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San Valentino, pensaci tu
Di Umberto Folena - 14/02/2007 - Cultura e società - 1167 visite - 0 commenti
Gentile san Valentino, quest’anno vedi di non esagerare. Non è proprio il caso. Potresti passare dei guai seri. Perché? Prendiamo una situazione tipica di queste ore. Lui porge a lei una rosa, un fiore di campo, un diamante, un cioccolatino. Le canta una canzone, le recita una poesia. Insomma lui porge a lei un segno adeguato alla situazione, alla sensibilità, alla generosità e al portafoglio. Per dirle: «Ti amo. Di più: ti amerò tutta la vita». E tu, dall’alto, leggi nei loro cuori, li scopri sinceri, ti commuovi, sorridi e sussurri: «Vi benedico». Ecco, intanto «bene-dico», e sottolineiamo dico, proprio tu non lo devi dire e neanche pensare per non beccarti un iroso rimprovero di «indebita ingerenza del paradiso nelle vicende interne delle coppie terrene». Nessun accenno al verbo dire, in tutte le sue coniugazioni. C’è il rischio che scoppi un caso diplomatico, e per ritorsione potrebbero essere chiamati in causa i Patti del ’29. Si sa che l’amore brucia, ma qui stiamo scherzando col fuoco. Non esagerare. I due si promettono amore «per sempre», ma non sanno quello che dicono. Per forza, sono innamorati. Poi l’amore svapora, si pentono, ma intanto anche grazie a te si sono sposati e tutto si fa complicato, separazione, divorzio, avvocati, figli traumatizzati, anni di attesa prima di tornare liberi… Innanzitutto, devi convincerli a dire: «Ti amerò per un po’, un lasso ragionevole di tempo e poi si vedrà, d’altra parte non possiamo porre limiti alla nostra libertà, compresa la libertà di innamorarci di qualcun altro. Oggi desidero te, ma i desideri vanno e vengono». Ti piace? Certo che non ti piace. I santi sono irragionevoli. Uomini privi di ripensamenti. Tu, poi. Un martire. Uno che sulla sua libertà messa in gioco “per sempre” ci ha rimesso la testa (sulla via Flaminia, III secolo). Il martire è il testimone fedele che va fino in fondo. È ovvio che ti piacciano i lui e lei che si promettono amore per sempre, e che guardi con aria perplessa chi dica: oggi ti amo, domani potrei desiderare un’altra, o un altro. L’amore con la scadenza come i formaggini, pensa te. Troppi amori effettivamente scadono? È vero. Ma un conto è investire tutte le energie affinché durino, e allora le piccole (e grandi) crisi risolvibili si possono risolvere e la coppia ne esce più solida di prima. Tutt’altro conto è il consumismo dei sentimenti, con la persona alla stregua di un oggetto: se non mi soddisfi, ti cambio. Nella più lineare logica consumista. Ma questa è la modernità: legami fragili, deboli, che si sciolgono con un sms da fidanzati e con una raccomandata da conviventi. Perciò tieniti leggero pure tu, quest’anno, e non esagerare. Oppure… Oppure no, guarda, adesso che gli arcigni censori anticlericali hanno smesso di leggerci, perché giunti a metà articolo si sono rilassati e hanno cambiato aria, adesso che siamo soli tra di noi, quest’anno vacci giù duro, distribuisci benedizioni a man bassa, di quelle toste, contribuendo a creare le premesse per futuri legami forti, solidi, che non c’è burrasca che tenga. San Valentino, non è vero che non sappiamo più a che santo votarci. Ci sei tu. Però datti da fare. (da "Avvenire", 14 febbraio 2007).
 
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