Al mondo contemporaneo, quello che sogna la clonazione, che permette la fecondazione in vitro, l'utero in affitto e chissà quali altri diavolerie, gli Ogm, anche se non è immediato comprenderne il motivo, fanno paura; solo in Italia terrorizzano due cittadini su tre.
Per dare un'idea, quando, a fine gennaio, è circolata la notizia che a Vivaro, piccolo comune in provincia di Pordenone, un campo di appena 2-3 ettari ospiterà la prima coltivazione italiana di mais Ogm, è scoppiato il finimondo: tutti, a destra e a sinistra, a gridare allo scandalo.
Ma è davvero giustificata questa fobia verso gli organismi geneticamente modificati?
Che cosa sono veramente gli Ogm?
Prima di tutto, occorre sapere che gli alimenti di cui ci nutriamo, tutti, sono composti da cellule composte da quattro tipi di molecole: gli zuccheri, i grassi, le proteine e gli acidi nucleici, DNA in testa.
Quest'ultimo è estremamente importante in quanto, per farla breve, contiene, nel gene, le informazioni utili alla riproduzione degli altri tre tipi di molecole che compongono la cellula.
Dal momento che un gene esprime una proteina, è del tutto evidente come, per “
controllare” talune proteine, occorra intervenire con una modifica genetica.
Perché “
controllare” alcune proteine? Perché conviene.
Conviene, per fare un esempio, isolare il gene della sogliola artica che esprime una proteina che impedisce la solidificazione dell'acqua contenuta nelle cellule della sogliola.
E ancora: conviene inibire, nei pomodori, una proteina, la ACC sintasi, impedendone la maturazione precoce in modo che il pomodoro venga raccolto quando è ancora verde, e sia fatto maturare, mediante trattamenti di etilene. poco prima della vendita.
Più in generale, è stato inoltre riscontrato che, grazie all'ingegneria genetica, si possono ottenere vegetali resistenti ad erbicidi, parassiti, insetti, alle gelate e alla siccità.
Ma l'aspetto forse più curioso, clamoroso e ignorato delle modificazioni genetiche concerne il fatto che queste sono state sperimentate per la prima volta proprio nell'agricoltura tradizionale, con gli incroci prima e la mutagenesi poi; da sempre, infatti, l’uomo si adopera per introdurre modifiche nella natura per renderla più produttiva e sana.
Va poi ricordato che chi consuma Ogm non può ritrovarsi geni estranei nell'organismo, dal momento che, da sempre, l'uomo si ciba di alimenti a base vegetale e animale senza assimilare i geni propri delle piante e degli animali che mangia.
Anche dal punto di vista delle allergie c’è da stare tranquilli: tutti gli Ogm in commercio sono privi di allergeni, esclusi in fase di sperimentazione.
Non a caso, alcuni fa, il progetto di una soia Ogm venne annullato allorquando si appurò che la proteina che si introduceva produceva allergia. Allergia che rappresenta invece un grosso problema per molti alimenti non Ogm: noci, uova, soia, latte, arachidi, pesce, crostacei, frumento, kiwi.
Urge a questo punto sfatare un mito che, a differenza degli Ogm, gode di ottima credibilità: quello dei cibi biologici.
Anche qui, meglio chiarire subito i concetti: per agricoltura biologica si intende un sistema di coltivazioni che ammette l’impiego di sostanze naturali ed esclude quelle chimiche sintetizzate, che prevede la lotta ai parassiti solo con preparati non tossici e con l’uso di insetti predatori, e i cuoi prodotti sono oggetto di specifiche etichettature rilasciate solo dopo appositi controlli.
Apparentemente rassicurante, questa definizione presenta tuttavia numerosi aspetti problematici.
Anzitutto, va specificato che il concime animale - utilizzato nell’agricoltura biologica al posto di fertilizzanti, fitofarmaci e pesticidi di sintesi - è quello più ricco di batteri dannosi. Il vegetale biologico, inoltre, produce maggiori quantità di tossine, difesa naturale per lui ma tossica per l’uomo.
A riprova di questo dato, è stato accertato che, rispetto a chi usa cibo tradizionale, chi si nutre di biologico è più esposto agli attacchi non solo del batterio della Salmonella, ma anche, fino a 8 volte di più, di un pericoloso ceppo di batterio Escheria coli.
Non a caso, ad una conferenza internazionale, il responsabile di una grande catena di supermercati, ha confessato che “non ci sono basi per affermare che il cibo biologico sia più sano, ma i consumatori lo credono”.
Una credenza conveniente, viene da aggiungere, dal momento che i cibi biologici sono decisamente più cari degli altri.
E gli Ogm? Sono davvero pericolosi? I mediamente informati, di solito, rispondono che “la scienza è divisa”. Sarebbe bello capire di che scienza si tratta dato che, solo dal 1999 al 2007, sono state pubblicate ben 6.166 pubblicazioni scientifiche depongono a favore della sua non nocività, mentre nessuna delle ricerche che paventavano un qualche rischio ha mai superato il successivo di validazione.
Va nella stessa direzione quanto emerso nel settembre del 2008, quando sono stati resi noti gli esiti di uno studio del Joint Research Center (Jrc) della Commissione europea che, confermando i medesimi risultati di un poderoso dossier realizzato nel 2001 che raccoglieva 15 anni di ricerche costate 70 milioni di euro e svoltesi in 400 laboratori, ha messo in luce come i cibi Ogm risultino più sicuri in quanto soggetti a maggiori controlli.
Consapevoli di questo, sono gli stessi agricoltori, in più convegni ufficiali, ad aver chiesto alle istituzioni comunitarie ed internazionali “politiche più favorevoli alle biotecnologie agricole”. Tuttavia, mentre gli Ogm sono coltivati in decine di paesi, in Italia si continua a tentennare.
Un tempo si agitava lo spettro della nocività, mentre oggi si preferisce insistere nel dire che, se diffusi, questi alimenti paralizzerebbero il Made in Italy, ovvero il nostro caro cibo naturale.
E’ curioso osservare come già nel lontano 1824 un certo Giacomo Leopardi, citando proprio “i campi lavorati, gli alberi e le altre piante educate e disposte in ordine”, scrivesse che la “grandissima parte di quello che noi chiamiamo naturale, non è, anzi è piuttosto artificiale” (Cfr. Operette Morali).
Quanto ai prodotti tipici italiani che potrebbero essere minacciati dagli alimenti Ogm, occorre spiegare che questi, contrariamente a quello che una certa pubblicità vuol far credere, non sono affatto naturali: il grano duro, il riso Carnaroli, la vite Nero d’Avola e molte altre italiche delizie non sono che fantastici risultati ottenuti grazie agli incroci ed alla mutagenesi sui semi.
Quanto alla biodiversità, non risulta affatto minacciata dalle biotecnologie, che se ne servono come fonte di geni da inserire.
Proprio le industrie del bio-tech, infatti, sono interessate all’efficienza delle “banche delle sementi” che in tutto il mondo conservano il germoplasma delle specie esistenti.
La ragione che, dinnanzi a queste constatazioni, porta tutt’ora molti cittadini a considerare pericolosi gli alimenti Ogm e rassicuranti e genuini quelli biologici, quando non è ignoranza è ideologia. Un’ideologia denunciata oggi dagli stessi scienziati.
Come Anthony Trewavas dell’Università di Edimburgo, che ha spiegato che “l’ideologia deriva dal presupposto che le cose naturali sono buone le cose artificiali sono difettose”.
Un gran bel paradosso per un’epoca ipertecnologica come la nostra.