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Il dottor Roberto Algranati risponde al cons. Mattia Civico
Di Libertą e Persona - 01/02/2010 - Politica Trentina - 1319 visite - 0 commenti
Egregio Direttore, Sono un medico e mi permetto di contestare decisamente le affermazioni del consigliere provinciale sig. Mattia Civico sulla RU486 e sulla legge 194/78, pubblicate su L'Adige del 27 gennaio u.s.

Anzitutto egli dimentica che ogni aborto non è un fatto che interessa solo la donna, ma è anzitutto l'uccisione di un nuovo individuo vivente appartenete alla specie umana, la soppressione deliberata di un figlio o di una figlia nel seno materno. Inoltre, dato che il sig. Civico sembra dichiararsi cattolico, gli ricordo che il Concilio Vaticano II ha definito giustamente l'aborto un “delitto abominevole” e che la legge 194/78 non solo ha reso lecito questo delitto, ma ne ha fatto un diritto della donna che deve essere obbligatoriamente garantito dal sistema Sanitario.

In realtà il consigliere Civico non fa altro che ripeterte con altre parole la linea del PD, ben espressa nel 2006 dall' allora ministro Livia Turco che affermava “la legge [194] è stata e continua ad essere non solo efficace, ma saggia e lungimirante. Profondamente rispettosa dei principi etici della tutela della salute della donna e della responsabilità femminile rispetto alla procreazione. Dei valori sociali della maternità e del valore della vita umana dal suo inizio”.

Anche se, dal 1978 ad oggi, in forza della legge 194, sono stati uccisi legalmente nei nostri ospedali più di cinque milioni di esseri umani innocenti e indifesi (il 20% dei concepiti), non dovremmo allarmarci né contestare perché tutti sono stati uccisi in base ad “una legge saggia e lungimirante” e “nel profondo rispetto del valore della vita umana fin dal suo inizio”. Evidentemente i politici illuminati del PD sanno ciò che è bene per le donne e, sempre a fin di bene, garantiscono loro gratuitamente anche il veleno embrionale RU486.

 Il sig. Civico e altri politici sostengono, infatti, che la legge 194/78 ha ridotto il numero complessivo degli aborti e che anche il RU486 contribuirà a questo scopo. Basterebbe solo un po' di buon senso per capire che la trasformazione dell'aborto volontario da reato in diritto, di per sé, non può che che promuovere la crescita del numero complessivo degli aborti e che anche il RU486, rendendo più semplice l'interruzione volontaria di gravidanza, agirà nello stesso senso.

Se gli aborti legali di fatto diminuiscono, ciò avviene certamente per altri motivi come la diffusione della “pillola del giorno dopo” ( mille confezioni vendute in Italia ogni giorno) che provoca aborti precocissimi che sfuggono alle statistiche. In realtà la legge 194/78 non ha alcuna giustificazione medico - scientifica e nemmeno giuridica, ma ha un'origine esclusivamente ideologica, come un tempo le leggi razziste. Leggi come le 194/78 non sono mai state richieste dai medici. Il progresso della medicina, già negli anni '70, aveva eliminato quasi del tutto la drammatica necessità di un vero aborto terapeutico, che era legalmente possibile anche prima della legge 194. Inoltre, contrariamente a quanto si è fatto credere, le morti per aborto clandestino erano rarissime (circa 30 casi all'anno in Italia) e costituivano solo lo 0,2% della mortalità femminile in età feconda.

Non c'era quindi alcun bisogno di una legge permissiva in questo campo. Sono i politici, e non i medici, che hanno voluto la legge 194: non per curare meglio le donne, ma per garantire loro, di fatto, il diritto all'aborto. Diritto reclamato dall'ideologia femminista e anche dalla ideologia antinatalista sostenuta dalla potentissima IPPF (International Planned Parenthood Federation) che dal 1969 promuove in tutto il mondo la legalizzazione permissiva dell'aborto, ritenuta indispensabile per abbattere la crescita della popolazione mondiale. Oggi questa ideologia è ampiamente sostenuta anche dall' ONU che la presenta come promozione della “salute riproduttiva”. Su un punto però concordo pienamente con il consigliere Civico: là dove dice che “se è vero che ogni vita ha un valore inestimabile, non ha prezzo l'alternativa che possiamo offrire”.Verissimo. Allora mi permetto di fargli una proposta.

I Centri di Aiuto alla Vita dispongono di un pieghevole in cui, con delicatezza e precisione scientifica, si spiega alla donna che che vuole interrompere la gravidanza che cosa è la vita umana prenatale, quali sono le possibili altrernative all'aborto e le si offre anche un aiuto diretto per superare le difficoltà di una gravidanza problematica. Sarebbe molto utile se, al momento della prenotazione dell' interruzione volontaria di gravidanza, le strutture sanitarie consegnassero ad ogni donna una copia di questo pieghevole. Forse si potrebbero salvare le vite di numerose bambini non nati e risparmiare a molte donne gravi sofferenze. Può il consigliere Civico dare la sua collaborazione a questo scopo? Dr. Roberto Algranati
 
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