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Ci scrive un amico dalla Polonia: "Negli ultimi mesi diverse notizie riguardanti alcuni paesi dell'Europa centro – orientale, in special modo la Polonia, hanno avuto più o meno risalto sulle nostre testate giornalistiche. Mi riferisco alle prese di posizione molto forti che alcuni di questi stati hanno manifestato in contrasto all'ideologia comunista, ai suoi sostenitori, ai suoi simboli ed ai suoi ex esponenti.
Tra novembre e dicembre infatti vi è stata una prima polemica in sede di Unione Europea, protagonista l'ambasciatore polacco presso l'Ue Jan Tombinski, contario alla candidatura di Massimo D'Alema come ministro degli Affari Esteri comunitari in quanto il “baffetto” nostrano è stato e forse è tutt'ora, acceso sostenitore nonché esponente del partito comunista italiano.
Sempre in Polonia è in atto in queste settimane l'approvazione di una legge tesa a vietare e bandire ogni simbolo, slogan o manifestazione inerente il comunismo. Bandiere rosse, falci e martelli, rivoluzionari sud americani stampati come marchi di multinazionali su t-shirt non così rivoluzionarie, rappresenterebbero in definitiva per il governo polacco una sorta di “apologia del comunismo” da equiparare al ben più pubblicizzato reato di apologia del fascismo-nazismo. Quello che sembrerebbe un provvedimento legittimo se non addirittura auspicabile in tutta Europa, ha invece provocato reazioni indignate soprattutto in Francia ed Italia.
I motivi sembrano ovvi, nel nostro paese ancora non si è riusciti ad equiparare errori ideologici, figli della stessa madre rivoluzionaria d'oltralpe, quali nazismo, comunismo e fascismo (inutile ricordare l'alleanza e il convergere di molti aspetti dei regimi hitleriani e staliniani); si tende piuttosto a creare una classifica degli orrori totalitaristici del '900, graduatoria che vede l'ideologia comunista non così colpevole ma anzi, mossa in fondo da buoni propositi, valori giusti ecc....(quante volte il sovietismo è presentato come “errata intepretazione” dell'ideologia marxista..??)
Una versione questa molto semplice da sostenere in paesi occidentali quali il nostro dove in fondo di comunismo vero si sa ben poco e dove soprattutto la messa in pratica di tale ideologia è sempre stata fortunatamente scongiurata. Sorridevo parlando con alcuni amici polacchi lo scorso novembre durante le celebrazioni per il ventennale della caduta del muro di Berlino, per molti di loro le trasmissioni che trattavano l'argomento presentavano il tutto come una “favola” a lieto fine, in questo modo, mi dicevano, si perde il senso di cosa ci sia stato prima del suo abbattimento ad est del muro.
L'ideologia comunista si è rivelata ai loro occhi per quello che era, fallimentare ed oppressiva delle libertà individuali. I regimi filo sovietici sono stati una forma, un'incarnazione di tale ideologia, non l'interpretazione errata di un'idea giusta. Colpevolizzare soltanto la Russia sovietica tralasciando l'ideologia fondante quel mondo è un errore che l'occidente tende a commettere, specie in paesi in cui i vari Pc sono stati per molti anni al centro della vita politica di democrazie quali la nostra. Per i polacchi quell'idea era male, per molti di loro ha significato povertà e sofferenze, paure e privazioni. I racconti di chi ricorda i negozi vuoti, le file lunghe intere giornate di fronte agli empori per comprare pane, latte o altri prodotti che giungevano al commercio soltanto una o due volte la settimana lasciano ancor oggi basiti.
Le paure della gente comune d'incappare in delatori o di esser sospettati dalla polizia politica dei più svariati e spesso inventati crimini contro lo stato o contro l'idea. I tentativi di “uniformare” la vita e lo spirito stesso delle persone sono purtroppo ancor oggi ben visibili, la squallida architettura urbana sovietica ne è una esempio, gli enormi blocchi grigi simili ad alveari che accerchiano i centri delle città sono prove che resteranno incancellabili ancora per molti anni. L'opposizione a quel mondo ed ai valori fondanti quell'ideologia è in paese come la Polonia quasi unanime e non potrebbe essere altrimenti.
La nazione è rimasta salda e forte durante gli anni dell'oppressione in opposizione a quel sistema, fondamentale in questo il lavoro della Chiesa Cattolica che ha saputo tenere viva la speranza ed una libertà (quella religiosa) che pochi paesi comunisti potevano vantare. Presentare oggi come ancora attuale quell'ideologia è forse la beffa più grande che un abitante dell'Europa centro orientale possa subire, le loro reazioni per questo comprensibili e spesso condivisibili" (Marco Ceschi)