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Un “enigma” nella vita di Corrado Augias
Di Tommaso Pevarello - 05/01/2010 - I giornalisti di Repubblica. - 11913 visite - 0 commenti

Lunedì 19 ottobre il quotidiano Il Giornale, a firma del giornalista free lance Antonio Selvatici , riportava in sintesi il contenuto del materiale racchiuso negli archivi segreti di Praga e per essere precisi, nell’«Archiv bezpenostnich sloek», contenente documenti ufficiali assolutamente attendibili.

Va quindi precisato che non si tratta di informazioni inventate da un giornalista, ma fanno riferimento alle testimonianze e ai rapporti ufficiali di ex membri dei servizi di sicurezza cecoslovacchi. E’ così che l’elegante e british Corrado Augias sembra proprio aver collaborato tra il 1963 e il 1967 – nome in codice “Donat” - con agenti di una nazione allora nemica nonché sottoposta alla dittatura comunista, incontrandosi in quattro anni ben trentacinque volte con il funzionario ceco “Jaros”, che lo contattò per la prima volta durante un ricevimento all’ambasciata bulgara il 30 maggio 1963.

Donat - Augias era così descritto: «CorradoAugias. Di circa 25 anni [ne aveva in realtà 28]. Iscritto al partito socialista da 2 o 3anni. Proviene da una famiglia della media borghesia. Ha sposato la figlia del sottocapo di Stato maggiore dell'aeronautica militare. Lavora in Rai».

Il quadro stilato sul nuovo “contatto” da parte degli uomini dell’Stb (ex servizi segreti cecoslovacchi) è quello di un giovane ebreo di buona famiglia, tendenzialmente di sinistra, costretto a svolgere un lavoro ben remunerato all’interno di una struttura rigida e politicamente ostile come era la Rai, monopolizzata al tempo dalla Democrazia Cristiana.

I motivi per cui Donat poteva essere loro utile erano sostanzialmente due: il primo era appunto legato al suo lavoro in RAI: «Mantenere un contatto amichevole per cercare, durante gli incontri attuali, informazioni sulle linee tv rispetto al Partito comunista, alle intenzioni propagandistiche verso la Cecoslovacchia ed infine verso il problema della coalizione governativa»; il secondo era legato alla sua situazione familiare, in quanto egli era il novello sposo di Daniela Pasti, figlia del noto generale Nino Pasti, sottocapo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare, tanto che nel dossier dedicato ad Augias è inserito un trafiletto di stampa che ha come oggetto «Nuovo incarico nella Nato del generale Pasti».

Nino Pasti fu per anni l’ufficiale italiano con il grado più alto nella Nato, in veste di vicecomandante supremo in Europa; poi, improvvisamente, si dimise dall’esercito e venne eletto per due mandati come senatore indipendente del PCI, segnalandosi per la sua adesione al gruppo internazionale “Generali per la pace e il disarmo”, legato alla Stasi, i servizi segreti della Ddr (Germania dell’est), tanto che il suo nome figura nel lungo elenco stilato dall’ex archivista del Kgb Vassilij Mitrokhin. Dai rapporti di Jaros emerge come a collaborare non fu il solo Augias, ma anche la moglie, la quale ad esempio consegnò l’elenco telefonico del ministero della Marina, meritandosi un lodevole giudizio perché, rispetto al marito, «dal punto di vista operativo più interessante perché di carattere avventuroso e coraggioso».

 Il 7 febbraio 1967, il giorno prima di partire per New York a motivo del nuovo lavoro affidatogli (fu incaricato di piazzare negli Usa alcuni programmi culturali preparati da Roma), incontra per l’ultima volta Jaros, il quale gli propone di continuare la collaborazione anche negli Stati Uniti, con altri agenti. Così si espresse Donat: «Mi aveva assicurato la sua disponibilità dicendo che sarà sempre un grande amico della Cecoslovacchia. Non riusciva a capacitarsi che era l'ultima volta che ci vedevamo».

In difesa del noto giornalista è intervenuta ovviamente la Repubblica, che però si è limitata a deridere la questione, minimizzando i fatti e denunciando l’operazione come dettata dal padrone Berlusconi per screditare la testata giornalistica. Anche nella propria autodifesa Augias non entra nella questione, non smentisce direttamente le notizie date, ma si accontenta di fare la parte della vittima: “Calunniate calunniate qualcosa resterà”. E' toccato ad altri, ieri a me”. E’ sì, è toccato ad altri, caro Augias, e tu lo sai molto bene…

 
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