Anche se non è, né deve diventare, il criterio ultimo per valutare l'attendibilità di una tesi, guardare la carta d'identità di chi la sostiene, a volte, aiuta a giudicarne meglio il fondamento. Da questo punto di vista, la difesa dell'ambiente pare in assoluto la battaglia coi condottieri meno credibili.
Delle megaville e degli investimenti petroliferi di Al Gore, colui che più di tutti ha riportato in auge la questione ambientale, abbiamo già detto.
Dal canto suo, nemmeno Obama, a quasi un anno della sua elezione, pare abbia concluso molto in difesa pianeta; a parte, ovviamente, farsi costruire dalla General Motors una limousine personalizzata che fa meno di quattro chilometri con un litro di benzina; così, per dare l'esempio.
Ma un altro valoroso e sottovalutato ambientalista è colui che da decenni aspira alla corona d'Inghilterra, Carlo, il principe del Galles. Sull'
Espresso di qualche mese fa, proprio a Carlo e alla sua battaglia sull'ambiente, veniva dedicato un lungo articolo nel quale si tessevano lodi sperticate:”
Carlo d'Inghilterra da quasi trent'anni porta avanti progetti che possono essere definiti di sviluppo sostenibile [...] è stato spesso ridicolizzato, descritto come un sognatore fuori dalla realtà, quando manifestava il suo interesse per il biologico, per la produzione artigianale, per la tutela del paesaggio [...] le sue dure prese di posizione [...] gli anno valso duri attacchi e polemiche”. (
L'Espresso, 7/5/2009, p.47). Insomma, Carlo tiene davvero all'ambiente.
Pensate, pur di scongiurare l'inquinamento, qualche tempo ha persino invitato i suoi concittadini a spostarsi a piedi, anche se quando gli è stato fatto notare che possiede due Jaguar, due Audi, una Range Rovers e, dulcis in fundo, un'Aston Martin DB6, ha provato, comprensibilmente, qualche imbarazzo.
Se l'è vista brutta anche quando, il 13 agosto 2008, ha dichiarato al
Telegraph che l'aumento della produzione di cibo sarebbe responsabile, a detta sua, dei “
disastri ambientali”: lo hanno deriso i giornalisti di mezzo mondo.
E meno male che quella per l'ambiente è una battaglia seria, altrimenti chissà cosa ci toccherebbe sentire.