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Il suo parlare serafico e i suoi modi educati lo fanno apparire quasi un alieno, oggi che la politica la fanno i professionisti della provocazione. Ma una provocazione – e che provocazione - questa volta l’ha lanciata proprio lui, Beppe Pisanu, parlamentare di lungo corso nonché ex ministro dell’Interno. Il Nostro, infatti, notoriamente più in incline al silenzio che a quello sproloquio che pure va per la maggiore, ha spiazzato un po’ tutti sulla questione del biotestamento. Che cosa ha detto? Semplice: una legge sul testamento biologico non serve in quanto pericolosa, inutile, superflua. Tanto di cappello alla battaglia di Sacconi, ci mancherebbe. Ma Pisanu va oltre e torna a ricordarci che la storiella del piano inclinato e dell’eterogenesi dei fini, dopotutto, non è poi così vecchia. E il rischio di una degenerazione di una legge pure apprezzabile, volenti o nolenti, è sempre in agguato. In tempi che vedono rassegnarsi alla necessità parlamentare di una legge anche cattolici ferventi quali Alfredo Mantovano, Pisanu è ancora un battitore libero. Ecco le sue ragioni:”Se è vero che l’intervento della Cassazione ha determinato un vuoto legislativo che era necessario colmare, mi domando: c’era proprio bisogno di colmarlo con una legge così invasiva come quella approvata dal Senato? O non sarebbe bastata una norma secca che riservasse esclusivamente lo spazio del fine vita alle scelte del paziente, dei familiari, dei medici e, quando fosse richiesto, di un assistente spirituale? Stiamo attenti. Perché in un sistema come il nostro, dove il precedente diventa la regola, una legge invasiva potrebbe spianare la strada al suo esatto contrario: la regolamentazione dell’eutanasia” (Il Foglio 29/9/09). No, non è uno scherzo: ha detto proprio così. E suggella il suo argomentare con un ammonimento trascurato da tempo dai profeti della bioetica fai da te:”La posta in gioco è davvero molto alta” (Ibidem). Chissà cosa pensano del pensiero di Pisanu Bagnasco e Fisichella che, di certo con le migliori intenzioni, da mesi propugnano la causa della necessità d’una legge sul fine vita. Soprattutto, chissà cosa ne pensa quel guascone di Gianfranco Fini, che del testamento biologico ha fatto un po’ il suo cavallo di Troia per scardinare un partito che, in fondo, crede già suo. Il non più giovane Pisanu non avrà il suo presunto carisma del leader, ma, quanto a bioetica, ha ancora parecchio da insegnargli. Prenda pure appunti.