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Ricapitoliamo: Antonio Socci su Libero di ieri spiega che il grande suggeritore di Gianfranco Fini è Paolo Mieli. Lo stesso giorno alla scuola di politica del Pdl di Gubbio, Fini, difendendosi da chi lo accusa di prestarsi a intrighi di Palazzo, afferma: “ non ho dimestichezza con grembiulini e compassi”.
Nota 1: Paolo Mieli è uomo di potere. I tripli giochi di questo figlio di un dirigente del Pci, sempre sulla cresta dell’onda, tra Stampa degli Agnelli e Corriere, sono straordinari. Ne ricordo solo uno: partecipa a conferenze pubbliche, invitato da cattolici, lui, di origine ebraiche, per spiegare a tutti che le accuse a Pio XII, di essere stato troppo tenero coi nazisti, e di non aver difeso, come poteva, gli ebrei, sono fasulle. Scrive un lungo e davvero bellissimo intervento, sull’Osservatore Romano, da noi pubblicato, per illustrare la gratitudine che gli ebrei devono a Pio XII per averne salvati tantissimi. Contemporaneamente, da direttore del Corriere, lascia che Alberto Melloni pubblichi un falso contro il presunto antisemitismo di un papa, non ricordo quale, e permette una lunga serie di articoli contro Pio XII, sul tema, appunto, del nazismo. E’ il direttore, ma si vede che non ha potere, né di fermare articoli che ritiene calunniosi, né di scrivere, quantomeno, un articoletto di 20 righe simile a quello pubblicato sull’Osservatore (che tanto, come ben sa, non leggono che pochissimi). All’epoca del referendum sulla legge 40 poi, Mieli schiera tutto il giornale sulla stessa posizione, la sua, quella dei radicali….nessun giornalista che la pensi diversamente. E’ la libertà di stampa di Mieli..
Nota 2: che Fini abbia bisogno di un suggeritore o più si sapeva. L’homo unius libri non può che appoggiarsi ad altri… Ma la dichiarazione di Gubbio, perché? Essa anzitutto sottintende una cosa: benché nessuno ne parli mai, la massoneria è forte, e trama…Io, però, spiega Fini, non tramo, della massoneria non so nulla! Excusatio non petita, accusatio manifesta?
Nota 3: a questo punto occorre ricordare che mentre Fini accusa di mancanza di democrazia il PDL, accusa certamente giusta, egli ha sempre gestito il partito da assoluto autocrate, espellendo chiunque provasse a criticarlo, benchè senatore o deputato. Oggi egli controlla, solo-soletto, il giornale del partito, ma soprattutto i beni immobiliari di An, per un valore di circa 400 milioni di euro. E' su quelli, e su altre influenti amicizie, che conta per la sua battaglia interna...