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Sono tutti d’accordo, pare di capire, sulla priorità del diritto alla salute e alla cura. Anche i sostenitori del diritto a morire, infatti, almeno a parole, riconoscono che prima di garantire ad un paziente il diritto a rifiutare delle cure, è bene assicurargliele, quelle cure; altrimenti, che accidenti mai potrà rifiutare? Il punto è che, mentre i corifei dell’autodeterminazione spopolano – è di pochi giorni addietro la pubblicazione dell’ultima fatica di Ignazio Marino: ben 227 pagine inneggianti una non meglio precisata “libertà di cura” – i malati terminali, quelli cioè che vivono sulla loro pelle gli infausti esiti di tante chiacchiere, sono sempre più soli. E malnutriti. Infatti, se prima il rischio – che in Italia ancora corrono due malati terminali su tre – era l’abbandono terapeutico, in Inghilterra, dove, si sa, il presente è già futuro, si è passati direttamente alla fase successiva: l’assassinio seriale.
Non è il vaneggiamento di qualche burlone, ma un’articolata e grave denuncia di un team di medici britannici a dirlo: in Inghilterra, in seguito all’adozione di alcune direttive introdotte dal sistema sanitario nazionale nel 2004, un numero crescente di medici e operatori, dopo una frettolosa ed infausta diagnosi, provvedono, anche senza nessuna richiesta preventiva, a sottrarre il nutrimento (!) ai pazienti terminali, che nel frattempo subiscono pure una massiccia sedazione. Trattasi di una denuncia pubblicata la scorsa settimana sulle colonne del The Daily Telegraph, e che in larga parte riprende quanto già descritto da un rapporto della Patiens Associations, a detta del quale più d'un milione di pazienti inglesi ha ricevuto, ma sarebbe più opportuno dire dovuto subire, "cure scarse e in alcuni casi crudeli".
Per riassumere: alcuni malati, una volta dati per spacciati, vengono lasciati senza cibo e storditi fino allo sfinimento. Cosa ha scatenato questi maltrattamenti, per non dire omicidi, in un Paese dove appena l’8% dei medici si dichiara favorevole all’eutanasia? Il dottor Peter Hargreaves, decano nel settore delle cure palliative, parla di quella che i sociologi chiamano “profezia che si auto adempie”, ovvero un atteggiamento di sfiducia per non dire fastidio verso il morente, che in breve si concretizza nella fretta di spedirlo, sia pure in perfette condizioni igienico-sanitarie , all’altro mondo. Il che spiegherebbe i dati di un recente studio pubblicato dalla Barts and the London School of Medicine, che mette in luce come, negli ultimi due anni, quasi il 17% dei decessi nell’isola di Sua Maestà, sia stato causato da una micidiale dose di sedativi. Alla faccia di quel proverbiale senso civiltà del quale, da secoli, gli inglesi si credono maestri.