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Visto il dibattito, come sempre falsato dai grandi giornali, mi sembra opportuno ripubblicarlo:
Il titolo è il solito del Corriere. Mente pur di ribadire l’idea che gli sta a cuore: “Quel farmaco è sicuro. Nel mirino c’è la 194”. Sotto l’intervista la presidente dell’Aifa che ha appena votato il permesso alla RU 486 in Italia. E’ il ginecologo Pecorelli che si dichiara subito d’accordo con Gianfranco Fini. E spiega che qualcuno vuole, in verità attaccare la 194. Il che gli sembra uno scandalo inaudito.
Poi, buttata lì, tra le altre, l’unica domanda importante: “ Aborto chirurgico e aborto farmacologico sono uguali?”. La risposta di Pecorelli: “ Da ginecologo (e da abortista convinto, ndr) dico che quello farmacologico può comportare un percorso più tortuoso, psicologicamente difficile da sopportare”. Che ammissone! Uno si aspetterebbe subito la domanda di rimbalzo: “Perché?”.
Ma per carità questo è il tema che non bisognava trattare, altrimenti si finisce per dar ragione agli avversari della Ru 486… Cosa che Pecorelli non può fare, a meno di darsi la zappa sui piedi, e il Corriere non vuole fare. Sono 4 anni che con Repubblica porta avanti la campagna pro pillola abortiva, a forza di didascalie in cui si leggeva: “l’embrione si distacca dalla parete” al posto del più onesto: l’embrione avvelenato, spappolato e ucciso, si distacca dalla parete e verrà espulso non si sa quando, solitamente a casa, in gabinetto.
Oggi, accanto all’intervista a Pecorelli, si legge che la Ru 486 “induce l’espulsione della mucosa uterina”. La mucosa, capite, null'altro? Ma la verità si impone, e almeno in parte è saltata fuori: "più tortuoso" vuol dire una marea di cose che chi vuole approfondire può trovare....
Però manca ancora molto: ad esempio il fatto che l'embrione di 49 giorni (nella foto) è in buona parte formato; oppure che molte donne sono morte per Ru 486; oppure il fatto che qualora la pillola venisse col tempo liberalizzata, come in realtà si vuole fare, avremmo come negli altri paesi le ragazzine come l'americana Holly Patterson, di 17 anni, che vanno tranquillamente a letto con qualcuno, tanto c’è la pillolina che si compera senza problemi; poi si chiudono in una stanza, senza dire nulla ai genitori, prendono la pillolina, perché tanto tutti dicono che non fa niente ed effettivamente è solo una pillolina (o due..)… e poi ci lasciano la pelle.
Due morti con due pilloline, e il Corrierone e Repubblica possono festeggiare un nuovo diritto civile!