Mamma e papà sono insostituibili
Uno studio realizzato dall’università tedesca di Bamberga avrebbe provato che i figli di coppie gay crescono altrettanto bene dei figli di coppie eterosessuali. La notizia è suonata esaltante al punto che il Ministro tedesco della giustizia, la socialdemocratica Brigitte Zypries, ha subito colto la palla al balzo per tornare a chiedere l’estensione dell’istituto dell’adozione anche alle coppie omosessuali. Ora, che taluni scalpitino per smantellare la famiglia, è cosa nota da anni: lo aveva capito già Rosmini. Ciò che meraviglia, oggi, è che basti uno studio universitario - si spera condotto in buona fede e con perizia – per ritenere superato un dato che precede gli insegnamenti accademici, e che è noto anche ai meno istruiti, vale a a dire l'opportunità di esser cresciuti da un padre e da una madre. Con l'aumento dei divorzi e delle separazioni, ad un numero crescente di giovani, purtroppo, la fortuna di una famiglia unita è negata, ma questo non significa che avere un padre ed una madre sia un bene relativo e sostituibile. Attenzione: non si sta affermando che avere un padre ed una madre implichi, come obbiettano maliziosamente alcuni, il raggiungimento della felicità. Solo, si sottolinea come la presenza di entrambe le figure, quella paterna e quella materna, costituisca una premessa educativa fondamentale, difficilmente surrogabile. E sfido chiunque a dire che è giusto far crescere forzatamente un bimbo nell'assenza di un padre o di una madre. Cosa rispondereste, cari progressisti, ad un giovane cresciuto in una famiglia gay che vi interrogasse su cosa si provi ad essere coccolati dal calore materno o seguiti dalla saggezza paterna? E se costui, contrariato, manifestasse insoddisfazione per l'educazione ricevuta, credete davvero che fargli presenti ricerche come quelle dell'università di Bamberga basterà a frenare la sua inquietudine? Risposte a queste ed altre domande simili le possiamo trovare, prima che in studi dal dubbio fondamento scientifico, nelle testimonianze di giovani che, in una “famiglia omosessuale”, ci sono cresciuti sul serio. La francese Claire Breton è una di questi giovani, e nel suo “Ho due mamme” (S&K, Milano 2006) ha raccolto decine di storie simili alla sua. Storie tutt'altro che spensierate, e che farebbero bene a leggersi tutti quei politici ed intellettuali che reputano i propri convincimenti superiori ad una realtà elementare: mamma e papà sono insostituibili.
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