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Anche le minorenni spagnole potranno avere la pillola del giorno dopo senza ricetta medica, così come accade già da tempo alle loro coetanee inglesi, francesi, belghe e danesi, mentre negli Stati Uniti da meno di un mese la Food and Drug administration ha concesso alle diciassettenni la stessa possibilità, mentre permane l’obbligo di ricetta al di sotto di quell’età.
La decisione, annunciata dalla ministra della Sanità, Trinidad Jimenez e da quella delle Pari opportunità, Bibiana Aido, è stata presentata come un mezzo per provare a contenere il fenomeno, in continua crescita in Spagna, degli aborti delle adolescenti (sono stati seimila nel 2007, cinquecento dei quali hanno riguardato ragazzine con meno di quindici anni). La pillola del giorno dopo senza ricetta, disponibile in farmacia o addirittura nei dispensari scolastici, come in Francia, si sarebbe dimostrata “efficace in altri paesi europei come Francia e Gran Bretagna per ridurre gravidanze indesiderate e aborti”, ha detto la ministra Jimenez.
Peccato che non sia affatto così, e che a smentirla ci siano le stesse cifre del suo paese. Nel 2000, l’anno precedente all’introduzione della pillola del giorno dopo, il numero degli aborti in Spagna era di circa sessantamila, con un tasso di abortività del 7,5 ogni mille donne di età inferiore ai vent’anni (le più interessate dall’uso della pillola del giorno dopo). Nel 2005, nonostante 506.000 confezioni smerciate del “contraccettivo d’urgenza”, gli aborti sono saliti a 91.000 e il tasso di abortività delle minori di vent’anni è diventato dell’11,5 per mille. Basta guardarsi in giro, in Europa, per trovare confermata la stessa tendenza.
L’accesso facile e senza limiti, addirittura preventivo, alla pillola del giorno dopo, non soltanto non fa calare i numero di aborti ma si accompagna addirittura a un aumento dell’abortività tra le adolescenti, vale a dire il target d’elezione di questo intervento farmacologico.
Un esempio molto citato in letteratura è lo studio condotto nella contea scozzese di Lothian (su “Contraception”, 2004), dove, per due anni, a ogni donna in età fertile sono state consegnate cinque confezioni di pillola del giorno dopo da tenere in casa preventivamente, per poterle usare in caso di bisogno. Il numero di coloro che hanno usato la contraccezione d’emergenza è quintuplicato, ma il tasso di aborti non è affatto diminuito. Non dice nulla di diverso il dato totale del Regno Unito, pioniere della libera distribuzione alle minorenni della “morning after pill”, dove si è passati da un tasso di abortività dell’11 per mille del 1984 al 17,8 del 2004.
Un effetto paradossale? La risposta, dice al Foglio l’esperto di statistiche sanitarie Roberto Volpi, “sta nel fatto che disposizioni come quella ora adottata in Spagna incentivano gli atteggiamenti a rischio, ed è una logica abbastanza ovvia”. La logica che dice: comunque vada, c’è un rimedio semplice come una pasticca da mandar giù, e di semplicissimo accesso, se non si deve nemmeno passare per una ricetta del medico: “Queste disposizioni – continua Volpi – corrispondono sempre a modelli educativi sempre più deboli, e finiscono per fare più danni della grandine. Il dato di fondo è lampante: dove ci si impegna a proporre pillole per fronteggiare ogni rischio della vita sessuale, si incoraggiano comportamenti che portano esattamente all’opposto di quanto auspicato.In pratica: chi liberalizza di più si ritrova con più aborti e con più gravidanza di adolescenti”.
In Italia, i dati sulla contraccezione d’emergenza (che richiede la prescrizione medica, anche se c’è un continuo pressing per eliminarla anche qui) non raccontano fatti molto diversi. Nonostante le lamentazioni sui fenomeni di obiezione di coscienza di medici e farmacisti (l’ultimo in ordine di tempo è il caso del direttore generale della Asl unica delle Marche, che si è inventato l’obbligo di prescriverla, escludendo la possibilità di obiezione) averla non è così complicato, visto che in un anno, dal 2006 al 2007, le vendite sono passate da 220.000 a 270.000 confezioni, acquistate in più della metà dei casi da ragazze tra i quattordici e i vent’anni. Stiamo parlando dell’unica categoria di età, tra le italiane, interessata a un aumento degli aborti, in diminuzione per tutte le altre classi d’età. E stiamo parlando di un uso sempre più routinario e per nulla “d’emergenza” tra le giovanissime, con immaginabili danni per la loro salute. Nicoletta Tiliacos , il Foglio, 11 maggio
Nella foto: Il sonno della ragione genera mostri di Goya.