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Le veline e il sudario
Di Marco Luscia - 30/04/2009 - Politica - 1852 visite - 0 commenti

La decadenza e lo smarrimento in cui versa il centro sinistra italiano è confermato dal can-can mediatico suscitato dalla presunta candidatura di alcune veline nelle liste del Pdl. Il segretario del Pd. Franceschini con il solito volto tirato che ricorda l’espressione d’un uomo che soffra di stitichezza o di frequenti crisi di coliche renali, ha tenuto l’ennesimo sermone colmo di livore e moralismo. Più o meno ha detto così: “

Berlusconi vede nella donna soltanto la bellezza, il successo, d’altra parte vive in un mondo irreale fatto di apparenza e privilegi, passando da una villa all’altra; cosa volete ne sappia delle vere donne, quelle che lavorano, lottano, soffrono, si battono realmente per affermarsi in un mondo maschilista”.

Più o meno queste le parole venate di demagogia spicciola e vuota come gli occhi vitrei e stanchi del leader del Pd. Questa è l’opposizione in Italia, una congrega di disorientati politici in cerca di un progetto, di un’idea di un vero leader.

Paralizzata dall’attivismo del governo l’armata di brancaleone del Pd vive di scoop occasionali, nella speranza il governo compia qualche mossa avventata. Fiacca opposizione, come quel simbolo tricolore che la rappresenta, un patetico tentativo di evocare cromaticamente l’italianità, quando persino Berlusconi ha abbandonato la sigla Forza Italia.

Opposizione che rivendica un ruolo positivo nella formulazione della legge sul federalismo fiscale che però non può approvare. Peccato che detta legge va ascritta al merito dell’attuale governo.

E le veline? Che categoria antropologica sono? Donne di spettacolo, a volte laureate a volte no, dotate comunque di una spiccata ambizione cui l’avvenenza non guasta; la stessa ambizione che ritrovo in molti ragazzi e ragazze miei alunni; mi chiedo: è una colpa voler emergere con tutti i mezzi di cui si dispone? Non sono forse ambiziosi la maggior parte dei politici, giovani e non che popolano le segreterie dei partiti e dei vari onorevoli, in attesa di un posto al sole?

Cosa attendono questi ribaldi “ragazzi” se non una nicchia di governo o sottogoverno, visto che gli ex democristiani e pidiessini sono maestri nella spartizione dell’atomo di qualsivoglia poltrona?

Nel tranello delle “veline indegne” è caduta anche la signora Veronica Lario, le hanno fatto credere che suo marito aveva gonfiato le liste pescando a piene mani nel mondo delle belle subrette in carriera, per lanciarle nel firmamento europeo. Balle! Ma in tempi di crisi di idee, tutto fa brodo per gli “intellettuali” del centro sinistra, avvezzi da sempre alla denigrazione di Berlusconi.

Così la signora Lario si è rivolta stizzita ai mass media, dissociandosi dai presunti errori del marito. Come siamo lontani dalla ferma dignità della signora Clinton quando il marito fu costretto alle pubbliche scuse per essere stato scoperto con le mani nel vaso della marmellata Levinski. Ma che sbadato! Non facciamo confusione; la signora, la Clinton, èra un first lady e poi quella è l’america puritana; giusto?

Al fronte progressista non restano dunque che le veline per dire: Hei… ci siamo anche noi. Anzi, no! Resta per i democratici del centrosinistra un ampio sudario- prodotto da una nuova ditta sempre berlusconiana- in cui il cadavere del centro sinistra è bene riponga le proprie attuali e defunte spoglie, perché un giorno, chissà, possa risorgere.

Solo in una regione esso vive, il Trentino: una regione in cui le infinite risorse dell’autonomia hanno reso possibile il perenne governo di democristiani, munifici elargitori di inesauribili prebende a destra a sinistra, sopra e sotto l’arco costituzionale. Questo governo è talmente forte e ben assistito da far dire al futuro sindaco Andreatta, intervistato dal quotidiano l’Adige: Gesù è il personaggio storico che stimo di più. Mi chiedo; può un cattolico dichiarato chiamare Gesù un personaggio storico? Può dichiarare di stimare colui che per i credenti è Dio stesso? L’immenso potere del centro sinistra trentino evidentemente ha un rapporto amichevole anche con Cristo.

 
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