Il formato è agile, mentre il colore dominante della grafica è il verde. Stiamo parlando di Terra, il quotidiano ambientalista giunto in edicola mercoledì scorso. “Terra”, ovvero “Gea-Tellus”: l’antica dèa pagana, sorta dalle tenebre del Caos e incredibilmente prodiga di rapporti incestuosi con figli e fratelli. Dopo una felice parentesi di più o meno duemila anni, risulta da vari indizi che l’inquietante divinità si sia messa in testa di reclamare nuovamente la sua parte di culto.
Culto devoto e militante, se possibile. Ed ecco Terra (organo ufficiale della Federazione dei Verdi, noto in precedenza come Notizie Verdi) proporsi di indirizzare l’opinione pubblica sulle grandi tematiche di oggi: “da quelle energetiche alla crisi climatica, dalle questioni dell’economia e della crisi ai problemi del territorio e delle acque e del loro uso, dalla cultura ai problemi della scuola, dal nodo della povertà alla questione della salute, dell’alimentazione e dell’agricoltura, dai diritti delle persone e degli animali ai problemi più in generale della democrazia” (dal sito
www.terranews.it). Come si vede non manca nulla, o quasi: l’ambientalismo, al pari di ogni altra religione che si rispetti, si sente chiamato ad orientare la coscienza dei fedeli in ogni ambito della loro esistenza.
I primi tre numeri di Terra in edicola (da mercoledì 15 a venerdì 17 aprile) danno un’idea abbastanza chiara di cosa il nuovo giornale voglia essere a livello di stile e di indirizzi. A tenere banco sono le tipiche idiosincrasie politically correct della sinistra post-comunista: non sto ad elencarle, le conosciamo tutti benissimo. Colpisce, certo, lo spazio-pubblicità concesso all’ennesima riproposizione de
Il vicario, la pièce anticattolica commissionata a suo tempo a Rolf Hochhuth dal KGB. Così come colpiscono le insistenti frecciatine, o qualcosa di più, indirizzate a Benedetto XVI. Ma, in fondo, di cosa stupirci. Se Gea-Tellus vuole tornare ad essere adorata, un’altra religione deve prima essere distrutta: quella di Gesù Cristo.
Che l’ambientalismo sia l’ennesima ideologia anticristiana e antiumana germinata sul tronco della modernità, l’abbiamo capito da tempo. Il problema semmai è come far capire questo (e molto altro) ai nostri contemporanei, così sensibili ai bei proclami e all’esibizione di buoni sentimenti. Una cosa è certa: finché i cattolici non investono in modo serio sull’informazione (Avvenire e Sat 2000 sono una goccia nell’oceano), la partita è persa ancora prima di iniziare. Si potrebbe quasi prendere esempio da Terra…
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