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La trituradora spagnola
Di Caius - 23/03/2009 - Bioetica - 1341 visite - 0 commenti

Morin fece sparire tonnellate di resti di feti con la sua trituratrice

Madrid. Coloro che cercavano resti di feti stavano diventando matti con una delle cliniche del Dott.Morin che stavano controllando. “Nella spazzatura del centro TBC – ricordano crudamente – non apparivano mai resti umani. Perfino alle cliniche più attente scappava qualcosa nell’immondizia, una manina o una costolina, ma qui niente”. Tuttavia c’erano tutte le altre prove che lì si realizzavano interruzioni di gravidanza a più di 20 settimane: pannolini con escrementi, medicine per provocare il parto ecc.

La chiave del mistero fu trovata nella stessa immondizia. Fra le tante carte recuperate si trovò una bolla di accompagnamento che confermava una richiesta di due giunti di trituratori che sarebbero stati pagati alla consegna. Vi era il numero della macchina, una STR2000. Questo materiale così macabro è uno degli elementi chiave dell’investigazione giudiziaria. La Guardia Civile ha raccolto campioni di DNA che ha analizzato per confrontarli con le pazienti della clinica. ABC (quotidiano spagnolo), si mise in contatto con un tecnico specializzato nella manutenzione di questo tipo di macchinari: “ La STR2000 è un apparecchio industriale che si usa in grandi supermercati, in cucine di albergo, ed anche nelle macellerie. Può triturare fino a 400 chili di carne in un’ora. Tutto ciò che macina lo espelle per il tubo di scarico”. Addio feti, addio bimbi, addio prove. L’incognita era sapere quanto tempo durava normalmente un giunto come quelli che Morin doveva cambiare. “ Non meno di 1 anno se si fa lavorare intensamente l’apparecchio”.

Solo pensare alle conseguenze di questa risposta del tecnico spaventa e intimorisce. Quante tonnellate di resti umani triturò Morin? Dunque se le immondizie erano povere di resti umani in compenso si rivelarono un bottino di carte, documenti, annotazioni che andavano chiarendo poco a poco il funzionamento dei centri. Così si provò come ogni notte si gettassero all’immondizia le annotazioni psicologiche firmate dallo psichiatra di turno e con la data del giorno, però con il nome della madre in bianco. Ciò fece sospettare che gli psichiatri firmassero le loro informative per giustificare ogni tipo di aborto e in qualsiasi momento senza realizzare gli opportuni controlli. ABC ha avuto accesso a diverse di queste informative firmate in bianco, nella clinica Aragò di Girona, da due diversi medici psichiatri. Il dott. L.P.A. rubricava il 28/10/2005, e il dott. J.C.G. il 29/6 del medesimo anno, due informative identiche, scritte con le stesse parole e dove, a lato de “la signora”, non c’era alcun nome. Si seppe che i medici ricevevano a commissione 30 euro per ogni donna, e che la clinica li forzava affinché “nessuna paziente in arrivo gli scappasse. Se vengono che abortiscano”, dissero ad uno psicologo pentito in seguito e che fu licenziato per il suo poco zelo. Si scoprì inoltre quanto le clienti pagavano per i loro aborti e quanto i medici intascavano per praticarli. Le carte ci dicono che un aborto entro le 13 e le 15 settimane arrivava a 378 euro ( 258 per gli interventi e 120 per l’anestesia ). Tuttavia passando le settimane tutto diveniva più caro. A Emma, di 20 anni, le chiesero 3200 euro quando si informò la prima volta, incinta di 26 settimane. Quando si decise ad abortire, tre settimane più tardi, dovette pagare 4000 euro. Angia, una svizzera che arrivava a 23 settimane di gestazione , pagò 3500 euro, a parte le spese di albergo e aereo, perché la clinica Ginemedex, come le altre, fungeva anche da agenzia viaggi. Tuttavia, al dott.C., Morin pagava solamente 60 euro per ciascuna “IVG agli inizi”, 70 per ogni “IVG piccola” e 90 per ogni “IVG grande”. IVG sta per: interruzione volontaria di gravidanza (G= gravidanza ). Il dott. C., nella settimana dal 23 al 28 aprile 2007 incassò 1440 euro dopo aver lavorato 3 giorni ( martedì, giovedì e venerdì ) e completato 2 aborti di “inizio”, 13 “piccoli” e 6 “grandi”. “ I grandi – spiegano i ricercatori – nella clinica della trituratrice si praticavano nel seguente modo: si provocava il parto, quando il piccolo usciva lo si stringeva al collo per evitare che gridasse e che la madre lo udisse e, mezzo asfissiato lo si gettava nella trituratrice ( trituradora )”.

 

Risposta del governo, con il presunto appoggio del PP in tutte le sue comunità autonome: Il governo elimina dalla categoria di resti umani gli aborti fino a 28 settimane Juan Fernandez Cuesta 28/01/2008 CAMINEO:INFO – Il Regolamento di Polizia Sanitaria Mortuaria, che data dal 1974, considera i resti umani di entità sufficiente – per essere riconosciuti come essere umani – se provengono da aborti come cadaveri, e pertanto, meritano il minimo rispetto da essere trasferiti in un veicolo di un servizio funerario in condizioni adeguate e nella destinazione generale dovuto ad ogni cadavere: al cimitero per la cremazione o sepoltura. Questo regolamento, ancora in vigore, pretende essere modificato dal governo socialista. Di fatto il disegno di legge portato avanti dal governo non considera come resto umano il feto morto fino a 28 settimane di gestazione. Un resto umano ha la consistenza sufficiente per essere considerato tale a partire dalla dodicesima o tredicesima settimana di gestazione.

Nel decreto del 1974 che è in vigore, “la destinazione finale di ogni cadavere ( e dei resti umani di entità sufficiente provenienti da aborti…) sarà uno dei seguenti: sepoltura in luogo autorizzato, cremazione o immersione in alto mare”. Nel disegno di legge con decreto reale ( che ancora non è in vigore ), il governo definisce resto umano di entità sufficiente “le parti del corpo provenienti da aborti di più di 28 settimane. Secondo la nuova legislazione propugnata dal governo, la destinazione finale di ogni cadavere o “resto umano sarà “sepoltura in luogo autorizzato o la cremazione in una installazione autorizzata”, incluso come resto umano l’aborto esclusivamente di più di 28 settimane. Secondo fonti ufficiali del Ministero della Sanità, in modo unanime, tutte le comunità autonome governate dal Partito Popolare diedero la loro approvazione ( al provvedimento )

Amillia, 22 settimane Amillia nacque negli Stati Uniti dopo 22 settimane di gestazione. Pesava meno di 300 grammi e misurava 24 centimetri. Aveva problemi gravi ma sopravvisse. Non sembrava un residuo sanitario. Precedentemente, fu Cristopher, di 600 grammi e meno di 6 mesi di gestazione. Anch’egli sopravvisse. Non era certo un residuo sanitario. Esseri senza nome saranno residui sanitari in Spagna. Fino a 28 settimane di gestazione, quando sarà vicino il compimento del settimo mese di gravidanza. Il processo sarà diverso. Non ci sarà necessità di tante pratiche e l’economia delle cliniche abortiste ne trarrà beneficio. Più di dodicimila interruzioni volontarie di gravidanza si produssero nell’anno 2006 in Spagna a partire dalla tredicesima settimana, e quasi tutte prima della settimana 29. Fino ad ora quegli aborti devono essere trattati come resti umani: servizio funerario, cremazione, sepoltura in fossa comune… Con la nuova legge, alla discarica. Entrambe sono a carico della clinica abortista, ma il prezzo del funerale è doppio rispetto a quello della discarica. Sterilizzati e alla discarica Le parti del corpo umano provenienti da amputazioni e interventi chirurgici continueranno ad essere considerati resti umani. Quelle provenienti da aborti fino a 28 settimane andranno in un cassonetto dove in seguito subiranno un trattamento di “saturazione di vapore ad alta temperatura e pressione”. Questi residui, “una volta sterilizzati, perdono il loro potenziale infettivo e acquistano le caratteristiche di residui assimilabili a quelli urbani, procedendo verso il loro deposito in una discarica controllata”, da parte di una delle compagnie del settore. Fonte: ABC ( quotidiano spagnolo ) http://www.camineo.info/news/117/ARTICLE/4395/2008-01-28.html

altre fonti: 

http://www.elmundo.es/elmundo/2008/03/15/barcelona/1205574443.html

http://www.negocios.com/30-11-2007+carcel_fianza_doctor_aborto,noticia_1img,14,14,5559

http://www.libertaddigital.com/opinion/emilio-campmany/trituradoras-para-el-insalud-45432/

http://millenio.wordpress.com/2007/12/18/se-desacian-de-los-ninos-echandolos-vivos-en-la-trituradora-de-la-clinica/ (referencia al ABC)

 

Ringraziamo l'amico Moreno, per averci inviato la notizia e la traduzione.

 
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