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Propagande
Di Giuliano Guzzo - 13/12/2008 - Curiosità - 1583 visite - 0 commenti
Sono noti a tutti gli effetti devastanti dell'ateismo materialista, ideologia che si blinda ad ogni trascendenza per cercare, da sé, una redenzione dolorosa, spesso sanguinaria e comunque mai compiuta: il Novecento, laboratorio su grande scala dei totalitarismi, ne è la tragica prova.
E non mi riferisco – si badi – solo alla prima parte del secolo; è stato infatti osservato più volte come, a partire dagli anni della cosiddetta liberazione sessuale, il numero delle vittime dell’ideologia abbia accelerato e giammai arrestato la sua crescita.
Fu grazie, si fa per dire, al “non fate la guerra, fate l’amore” - motto di chi si può concedere la pigrizia di sognare un “mondo diverso” – che aborto e Aids conobbero e conoscono diffusione su larga scala, mietendo miliardi di vittime, cose da far sembrare Hitler un dilettante.
Ma queste, ovviamente, sono considerazioni politicamente scorrette, che sarebbe meglio tenere fra noi anche se – ammettiamolo – la curiosità di sbirciare nella propaganda, anche non recentissima, per meglio decifrare il presente, può esser tanta.
Sentite la confessione di un giovane comunista– con ogni probabilità immaginaria – che pubblicava, il 7 giugno 1935, quel formidabile vulcano di propaganda che era la Pravda:”Compagni, sono nato per sbaglio. Mia madre non ha saputo farsi abortire in tempo. Se sono al mondo, lo debbo dunque alla stupidaggine dei miei genitori. So in anticipo con precisione quel che succederà: non avrò né fratelli, né sorelle. Mia madre, figli non ne desidera: non crede alla durata del matrimonio. Quanto a mio padre, quel bel tipo, ritiene che avere figli sia prova di spirito piccolo-borghese. Fra sei mesi da persona che sa sbrigarsela, andrà all’ufficio di registrazione e si sbarazzerà di mia madre. Ama le donne giovani e le risposa volentieri. Dopo, ci vorranno le tenaglie per cavargli fuori gli alimenti a cui ho diritto”.
Non sapessimo che si tratta di propaganda di quasi settantacinque anni or sono,  direi che potremmo benissimo scambiarla per l’amara confessione di un giovane dei nostri giorni, cresciuto in una delle purtroppo numerosissime "famiglie moderne".
Scusate, ma le ideologie non erano scomparse?
 
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