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Oggi è tutto un parlare di "autodeterminazione" dell'individuo. Una parolaccia che viene avanti da un po', ma che si è affermata soprattutto nel 1968. In essa c'è tutto l'individualismo odierno, la volontà di essere sciolti da qualsiasi legame, vincolo, con la Verità, col Bene, con la Giustizia, con gli altri. Autoderminazione per Veronesi significa clonazione, cioè il diritto di "creare" senza la noia di un rapporto con un'altra persona (La libertà della vita, Raffaello Cortina).
Per il nostro nuovo presidente della Corte Costituzionale, l'ex ministro Flik, di analoga provenienza culturale, significa drogarsi liberamente. Ho scritto in un mio librino sul 1968: "Nel 1979 in Italia, un futuro ministro di Grazia e Giustizia (1998), impegnato politicamente nella depenalizzazione delle droghe leggere, Giovanni Maria Flick, nel suo “Droga e legge penale. Miti e realtà di una repressione” (Giuffrè), avrebbe scritto: “Una prima alternativa e ipotesi di lavoro è rappresentata dalla possibile liberalizzazione totale del fenomeno droga in senso ampio…L’ipotesi non è forse così paradossale e aberrante come potrebbe sembrare a prima vista, per la possibilità di prospettare una serie di argomentazioni non trascurabile a favore di essa. In effetti ove si abbiano presenti le motivazioni poc’anzi accennate del ricorso alla droga in chiave, in ultima analisi, di ricerca di una propria identità ed autenticità, si affaccia quanto meno il dubbio sull’accettabilità di una repressione delle manifestazioni di tale ricerca… Da un lato il ricorso alla sostanza stupefacente o psicotropa può, di per sé e in linea di principio considerarsi una espressione di autodeterminazione e quindi in ultima analisi una espressione di libertà morale…la droga è espressione di libertà morale…una scelta individuale di ricerca del piacere, o di rifiuto della sofferenza, di sottrazione alle convenzioni” ".
Con la parola autodeterminazione si vogliono dunque nascondere, in questi casi, il massimo della solitudine (clonazione) e la morte della libertà (droga).