I cattolici in Cina.
Di Rassegna Stampa (del 05/05/2008 @ 14:59:28, in Attualitą, linkato 1098 volte)

Shanghai, governo e Associazione Patriottica: è guerra contro il pellegrinaggio alla Madonna di Sheshan di Bernardo Cervellera

Blocchi stradali, controlli, registrazione. Proibito ad alberghi e ristoranti di accogliere i pellegrini. Per l’Associazione Patriottica i fedeli devono rimanere nelle loro diocesi pregando per la pace, il papa, per le Olimpiadi e per un buon risultato degli atleti cinesi. Si cerca di dividere i cattolici ufficiali e sotterranei dalla Chiesa universale.

Roma (AsiaNews) – C’è una guerra sottile contro il pellegrinaggio alla Madonna di Sheshan, il santuario nazionale cinese visitato di solito durante il mese di maggio. Tale guerra è ad opera del governo e dell’Associazione Patriottica (AP). Entrambi “consigliano” (cioè: ordinano) di non andare a Sheshan per tutto il mese di maggio. Il governo cita problemi di sicurezza; l’AP non dice alcun motivo, ma vuole bloccare ogni mescolamento fra cattolici ufficiali e sotterranei, che ogni anno si incontrano nel santuario, soprattutto al 24 maggio, festa di Maria Aiuto dei Cristiani, a cui è dedicata la chiesa di Sheshan. In più, quest’anno Benedetto XVI ha domandato ai cattolici cinesi di celebrare proprio il 24 maggio, la Giornata di preghiera per la Chiesa di Cina, pregando per la sua unità e per i persecutori (Cfr. Lettera ai cattolici cinesi, n. 19). Per tutto il mese di maggio il governo locale di Shanghai ha messo restrizioni al traffico e al movimento di fedeli sulle strade per Sheshan, a circa 50 km a sud-ovest della metropoli. Secondo testimonianza giunte ad AsiaNews, le autorità hanno anche domandato a diverse diocesi, soprattutto Shanghai, Wenzhou e Ningbo – più vicine al santuario – di non fare il pellegrinaggio durante questo mese. Inoltre, sempre per volere del governo, per tutto maggio il centro per i pellegrini al santuario ha il divieto di offrire cibo e alloggio; ad alberghi e ostelli nelle vicinanze è proibito accogliere pellegrini cattolici; sulle strade che portano al santuario, controllate da almeno 200 poliziotti, sono state istallate telecamere a circuito chiuso; all’entrata della chiesa vi sono apparecchi di controllo a raggi X e a raggi infrarossi. Tutte queste misure frenano in modo indistinto cattolici ufficiali e sotterranei. Ma vi è pure l’obbligo per ogni pellegrino di chiedere in anticipo il permesso per andare a Sheshan e registrarsi presso la diocesi di Shanghai, una misura che i cattolici sotterranei ritengono “pericolosa”: il governo potrebbe utilizzare la registrazione per ricercare e fare violenze ai cattolici non ufficiali.

A rincarare la dose, per la prima volta nella storia della Chiesa in Cina, l’AP ha diramato una nota con precise indicazioni perché tutte le diocesi cinesi organizzino devozioni mariane nella loro diocesi, escludendo l’andare a Sheshan. La nota in 5 punti spiega che i motivi delle restrizioni sono legati alla “sicurezza” per i pellegrini. In essa si consiglia di organizzare momenti di preghiera e di devozione mariana localmente, o in altri luoghi di pellegrinaggio, ma non a Sheshan, per evitare sovraffollamenti. Quest’anno, dopo la proposta del papa per la Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa di Cina, si attendevano almeno 200 mila persone. La nota è firmata anche dal Consiglio dei vescovi cinesi, un organismo non riconosciuto dalla Santa Sede. In essa si suggeriscono anche i modi in cui esprimere la devozione a Maria: rosario, preghiera alla Madonna tutti i giorni di maggio; messa tutti i giorni e soprattutto al sabato, giorno dedicato a Maria.

La nota dell’AP suggerisce anche intenzioni di preghiera: per l’evangelizzazione della Cina, per il papa, la pace, i malati, per un buon andamento delle Olimpiadi, per un buon risultato degli atleti cinesi, per una “società armoniosa”, il leit-motiv del programma sociale del presidente Hu Jintao. Ultima restrizione: al santuario non potrà celebrare nessuno al di fuori dei sacerdoti della diocesi di Shanghai delegati a questo servizio. Alcuni visitatori del santuario – prima delle restrizioni – affermano che l'incremento dei controlli è legato alla tensione creata dalle rivolte tibetane, che rende sospetto ogni raggruppamento di persone. Ma vi è anche un tentativo non esplicito di frenare un gesto voluto dal papa, che crea unità fra la Chiesa in Cina e quella universale. La diocesi di Hong Kong aveva programmato da mesi il pellegrinaggio a Sheshan per il 24 maggio. Ma difficoltà crescenti presentate dal governo locale hanno spinto la diocesi del card. Zen a cancellare i pellegrinaggio.