Talebani afghani uccidono 10 persone perché “missionari cristiani”
Di Rassegna Stampa (del 08/08/2010 @ 00:35:04, in Attualità, linkato 852 volte)

 

Kabul (AsiaNews/Agenzie) – Otto medici stranieri e due traduttori afghani, appartenenti ad una ong di ispirazione cristiana, sono stati uccisi dai talebani nel distretto di Kuran wa Munjan, nella regione di Badakhshan, nord-est del Paese.

 L’unico sopravvissuto del gruppo è Gen Kemtuz, uno dei tre traduttori afghani. L’ong in questione è l’International Assistance Mission (Iam), coin sede in Svizzera, che offre aiuto e assistenza medica. Dirk Frans, direttore esecutivo dello Iam, ha dichiarato che i medici - oculisti - stavano tornando dalla regione di Nuristan, dopo un soggiorno di due settimane e mezzo, a Kabul attraverso il Badakhshan, considerata la via più sicura. Lo Iam ha perso i contatti con i veicoli dei medici mercoledì e si presume che siano stati attaccati tra mercoledì e venerdì. Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani, ha rivendicato gli omicidi affermando che i medici erano in possesso di bibbie tradotte in Dari, la lingua locale. “Ieri - ha dichiarato - una delle nostre pattuglie ha affrontato un gruppo di stranieri. Erano missionari cristiani e li abbiamo uccisi tutti”. Mujahid ha aggiunto anche che si trattava “di spie dell’America”, che volevano raccogliere informazioni sugli insediamenti dei guerriglieri fondamentalisti. Dirk Frans ha negato con forza entrambe le cose: “Lavoriamo in Afghanistan dal 1966. Loro sanno che siamo un ente cristiano, ma di sicuro non distribuiamo bibbie”.

Egli ha anche spiegato che gli uccisi erano medici e che lo Iam si occupa solo di aiutare la popolazione. Si conoscono già i nomi delle dieci vittime, anche se non sono ancora stati rivelati. Oltre ai due afghani, si tratterebbe di sei americani, un inglese e un tedesco. I corpi sono stati trasferiti oggi a Kabul. La regione di Badakhshan, al confine con il Tajikistan, è una delle poche regioni afghane che gli Stati Uniti hanno sottratto al controllo dei talebani, dopo l’invasione del 2001. La regione è considerata sicura, anche se la popolazione locale ha dato segni di insurrezione in tempi recenti. Asianews