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Persecuzioni cristiane, finalmente se ne parla
Di Giuliano Guzzo - 27/08/2008 - Esteri - 1320 visite - 0 commenti
Ieri è accaduto un piccolo miracolo: Il Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa, le fonti quotidiane dell’Italia acculturata o aspirante tale, si sono accorte del martirio cristiano in India, concedendo alla notizia del rogo di due missionari laici addirittura la prima pagina. Non c’è da illudersi: si tratta di un evento pressoché irripetibile, alla stregua di quelle eclissi solari annunciate mesi o anni prima, che durano pochi minuti e poi tutto torna come prima.
Di solito, infatti, le persecuzioni cristiane fanno ben poca notizia, pur essendo violentissime e, purtroppo, assai diffuse. Secondo quanto emerso da un rapporto dei servizi segreti inglesi ultimato nel giugno 2007, sono circa 200 milioni, nel mondo, i cristiani che rischiano quotidianamente la vita a causa della loro fede. Nel mirino dei vari fanatismi ci sono, idealmente, preti e suore: non è un caso, quindi se, dal 2000 al 2005, siano stati 162 i religiosi cattolici uccisi nel mondo. Numeri e tragedie, queste, regolarmente ignorate dai nostri mass media che, evidentemente, hanno altro di cui occuparsi.
Non so se ricordate, durante le ultime feste natalizie, quale fu il tormentone ridicolo che quotidiani e telegiornali ci propinarono per giorni e giorni, senza tregua; per settimane fummo bombardati da voci e insinuazioni sulla relazione e sulle conseguenti nozze tra il premier francese Nicolas Sarkozy e l’ex modella Carla Bruni.
Volenti o nolenti, fummo tutti assillati dal rincorrersi di notizie su questa love story della quale - ammettiamolo - non ci è, giustamente, mai importato nulla.
Ebbene, mentre a tutti noi i media servivano questi magri scoop, in India, nella stessa India dove oggi si consumano le agitazioni e le violenze di cui - incredibile ma vero - si sono accorti anche i nostri “grandi” quotidiani, accadde il finimondo: tra il 24 e il 27 dicembre 2007 gli estremisti indù provocarono la morte di una decina persone, devastando circa 70 chiese e distruggendo 500 case.
Alla fine di questa immane ondata di violenza furono 5000 le persone coinvolte.
Sarebbe interessante eseguire una piccola indagine per scoprire quanti, fra coloro che hanno saputo della celebrata love story d’oltralpe, sono stati anche informati dell’immane tragedia che si consumava in quella che, almeno formalmente, è la più grande democrazia del mondo.
Ora, non siamo così ingenui da non sapere che l’indifferenza dei media verso le violenze che si consumano nel mondo non esiste da ieri né può terminare domani, tuttavia non sarebbe male, di tanto in tanto, trascurare le scemenze propinateci, per consultare siti come www.asianews.it e capire, o ricordarsi, come anche una semplice professione di fede, nel 2008, possa costare la vita.
Dovrebbero farlo soprattutto gli agguerriti difensori della laicità, che da noi pullulano. Magari capirebbero qualcosa di più della Chiesa che tanto detestano.
E questo sarebbe davvero un grande miracolo.
 
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