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Dellai al convegno della Compagnia delle Opere. Pił sussidiarietą, per rafforzare la societą civile
Di Antonio Girardi - 18/11/2006 - Cultura e societą - 1760 visite - 0 commenti

Interessanti gli interventi proposti al convegno dal titolo “Sussidiarietà significa valorizzare l’esperienza di ognuno e renderla utile per il bene comune”, che a Trento ha concluso l’assemblea elettiva della Compagnia delle Opere Regionale (dalla quale per la cronaca è uscito confermato il presidente, Giuseppe Todesca). Mi riferisco in particolare alla testimonianza di Paolo Cainelli, della cooperativa Grazie alla Vita, del settore noprofit della CdO, che si occupa di accoglienza e cura dei disabili, e alla riflessione del presidente della Provincia Lorenzo Dellai (nella foto accanto a Todesca).

Cainelli ha ripercorso l’ormai quasi trentennale vicenda della cooperativa sociale di Mezzolombardo – la prima del genere sorta in Trentino – e quella della successiva legislazione provinciale e statale in materia, documentando come la sussidiarietà non sia innanzitutto “ingegneria politica” ma un fatto, perché prima nascono le opere, dall’esigenza di rispondere alle domande destate dalla realtà e dai rapporti umani e di lavoro, e poi interviene l’ente pubblico a sostenerne l’impegno a vantaggio di tutti. Ed è significativo che la crescita di Grazie alla Vita, il cui fatturato è oggi di 1 milione e 300mila euro, più di quello di una microimpresa, non sia frutto di una strategia, ma della disponibilità a farsi carico dei bisogni incontrati. Da segnalare anche, per dire dell’utilità sociale dell’opera, che la cooperativa ha un costo medio annuo per utente di 23mila euro, mentre per l’assessorato provinciale alle politiche sociali l’assistenza dei disabili richiede almeno 32.600 euro.

“Il terreno in cui vi muovete è prepolitico”, ha esordito Dellai evidenziando il contributo della CdO al rafforzamento della società civile, necessario perché essa possa dialogare con la politica. “Del resto la stessa sussidiarietà – ha aggiunto – è un tema prepolitico trasversale ai partiti, che favorisce però il dialogo indispensabile per sfuggire ad una concezione sbagliata del bipolarismo inteso come scontro tra bande. Il dialogo prepolitico è la condizione di un bipolarismo non solo mite ma politicamente utile e intelligente. Questo è l’approccio giusto con cui la politica può ritrovare la bussola dopo una lunga fase di transizione”.

Secondo il presidente della Provincia è urgente che il Paese superi due atteggiamenti inadeguati. Il primo si oppone alla sussidiarietà verticale e appartiene a chi crede che solo lo Stato possa tutelare e certificare i diritti fondamentali, e questo spiega la lentezza e l’estrema difficoltà con cui in Italia si affermano il regionalismo e la relativa riforma costituzionale. Il secondo è invece in contrasto con la sussidiarietà orizzontale perché attribuisce allo Stato il monopolio dell’interesse generale, di cui solo l’ente pubblico può ritenersi garante. Il che giustifica la pretesa non solo di controllare ma anche di gestire tutto.

“Si tratta – ha osservato Dellai – di visioni arcaiche, legate ad una visione corporativa e soprattutto alla paura del futuro. La risoluzione di queste due grandi questioni – ha continuato – sarà imposta a livello europeo dalla necessità di cambiare radicalmente l’attuale modello di Welfare State. Diversamente, l’ente pubblico non avrà più le risorse per mantenerlo e noi saremo attratti da altri modelli inadeguati perchè non coniugano libertà e giustizia, merito e uguaglianza, solidarietà e sviluppo competitivo. E’ proprio per evitare queste ulteriori derive che occorre sperimentare la pista della sussidiarietà”.

Secondo il presidente questa sfida vale anche per il Trentino il cui portato storico non ci consegna solo una Provincia autonoma molto forte, ma anche un “polo della società civile (associazionismo, cooperazione, volontariato e no profit) fortunatamente vivo e presente. Tuttavia per Dellai anche in Trentino c’è bisogno di favorire l’evoluzione di questo sistema investendo di più sulla cultura della sussidiarietà.

“In questa prospettiva la discussione sulla riforma del Welfare potrà rivelarsi senso un’occasione importante di dialogo e confronto di qualità e senza pregiudiziali alla ricerca di soluzioni nuove”. Certo – ha precisato il presidente – anche l’autonomia fiscale è un obiettivo che la Provincia deve perseguire per dare più libertà ai soggetti della società civile e ridurre la loro dipendenza dai finanziamenti pubblici. “Tuttavia – ha aggiunto – sussidiarietà vuol dire soprattutto rifare il Welfare, superando le stanchezze che il nostro sistema ha accumulato e muovendosi sul piano della qualità. Nel nostro sistema sociale, infatti, purtroppo non sempre l’offerta segue la domanda come nel caso di Grazie alla Vita, ma la domanda è indotta dall’offerta. Non si tratta semplicemente di trasferire responsabilità e poteri dal pubblico al privato ma di rimettere completamente in discussione un modello ormai inadeguato”.

Dellai ha infine voluto “lasciare” alla CdO un pensiero non da presidente della Provincia ma da cittadino e da cattolico. “Al di là di come i partiti e le coazioni si organizzeranno – ha detto – la domanda vera è: quanta capacità hanno oggi i cattolici di costruire insieme una società civile forte? Si tratta allora di accelerare un processo che permetta a tutte le espressioni sociali dei cattolici di collaborare alla costruzione di una società civile forte. Si tratta di un lavoro prepolitico che interessa tuttavia anche la politica, che trarrebbe solo vantaggi dal trovarsi di fronte ad una società civile forte.

La sussidiarietà – ha concluso Dellai – è molto esigente ed è in contrasto con tutti i sistemi attuali informati ai principi della delega, della attesa e della protesta dettata spesso dalla volontà di non condividere nulla con nessuno”.

Antonio Girardi

 
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