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Assaggi nn. 10-15: Non c'è comunità senza una metafisica comune. La posizione di alcuni pensatori e del Papa
Di Rassegna Stampa - 13/12/2007 - Assaggi - 1077 visite - 0 commenti
"In ogni società superiore, viva, il corpo sociale appare dominato, vivificato, da una realtà suprema, oggetto comune e punto di convergenza degli spiriti e delle volontà. La fede in questa realtà è la sua anima e il vincolo che unisce gli associati. Soltanto grazie alla fede il corpo sociale continua ad esistere e si sviluppa, nella misura in cui tutti comunicano in essa, in cui ciascuno le sottomette la propria logica, il proprio egoismo, il proprio immediato benessere" (Augustin Cochin, Meccanica della Rivoluzione).

"Tutti i vostri sostegni sono troppo fragili se il vostro Stato conserva la tendenza verso la terra, ma legatelo alle altezze del cielo con un anelito più elevato, dategli un collegamento con l'universo ed avrete in lui una molla che non stanca mai e vedrete i vostri sforzi abbondantemente ricompensati" (Novalis, Cristianità o Europa).

"Il principio dell'unità della società umana risiede al di sopra di questa" (Gustave Thibon, Ritorno al reale).

"Il concetto di cultura si attua solo allorchè l'ideale che ne determina l'indirizzo è più elevato degli interessi rivendicati dalla comunità stessa. La cultura deve avere un indirizzo metafisico, altrimenti non esiste" (Johan Huizinga, La crisi della civiltà).

"Anche le strutture migliori funzionano soltanto se in una comunità sono vive delle convinzioni che siano in grado di motivare gli uomini ad una libera adesione all'ordinamento comunitario. La libertà necessita di una convinzione; una convinzione non esiste da sé, ma deve essere sempre di nuovo riconquistata comunitariamente" (Benedetto XVI, enciclica Spe salvi, 30 novembre 2007).

"Gli interrogativi propriamente umani, cioè quelli del 'da dove' e del 'verso dove', gli interrogativi della religione e dell'ethos, non possono trovare posto nello spazio della comune ragione descritta dalla "scienza" intesa in questo modo e devono essere spostati nell'ambito del soggettivo (...) in questo modo (...) l'ethos e la religione perdono la loro forza di creare una comunità" (Joseph Ratzinger, "Discorso di Ratisbona" del 12 settembre 2006).
 
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