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Ancora su una mostra che disprezza l'uomo....l'animalismo antiumano.
Di Francesco Agnoli - 20/05/2007 - Mostra "La scimmia nuda" - 2197 visite - 0 commenti
Dopo aver analizzato lo spirito della mostra, è importante soffermarci almeno su un punto: alla fine della mostra vi è una sala in cui si propongono al visitatore tre riflessioni. La prima è questa: se gli uomini non sono che animali e null'altro, è giusto distinguere tra diritti umani e diritti animali? Evidentemente no, risponderebbe il visitatore attento, che ha digerito bene lo spirito delle didascalie. Ecco aperte le porte alle teorie del neodarwinista Peter Singer, secondo cui l'uccisione di un feto o di un neonato è meno grave della eliminazione di un pollo o di uno scimpanzè ad uno stadio di crescita più avanzato. Ecco giustificati, indirettamente, secondo l'ideale neodarwinista di Umberto Veronesi, gli esperimenti sugli embrioni umani, oggi meno costosi di quelli di scimmia, o i famosi embrioni-chimera, nati dalla mescolanza di materiale genetico umano e animale! Il secondo messaggio, ugualmente ambiguo è affidato ad una domanda: "Che tipo di ingegneria genetica dovrebbe essere ammessa per correggere anomalie e imperfezioni?". Evidentemente, anche qui, a chi conosca almeno un poco l'ideologia darwiniana e galtoniana, è tutto chiaro: si tratta di una proposta furbesca di eugenetica. Se infatti l'uomo è un animale, come scriveva Darwin, perché non fare con gli uomini come in ogni allevamento domestico, e cioè perché non selezionare artificialmente? Perché non lasciare che i "membri deboli e inferiori", per usare sempre un'espressione darwiniana, non vengano eliminati dalla selezione naturale, senza interventi medici (Darwin guardava di mal occhio, ad esempio, la vaccinazione e le leggi a tutela dei poveri, perché salvavano troppe persone che avrebbero dovuto, secondo natura, morire - vedi "L'origine dell'uomo", ed. Newton, Roma, 1994, p.628). Peccato che l'ingegneria genetica si limiti per lo più oggi ad eliminare l'imperfezione e l'anomalie, tramite l'aborto selettivo, piuttosto che a curare. Infine, l'ultimo messaggio della mostra, è quello malthusiano: siamo in troppi sulla Terra. Lo spiega un grande cartellone che ricorda che siamo sei miliardi, e che dall'apertura della mostra sono già nati, purtroppo, tot bambini! La cifra sul tabellone si rinnova di continuo, quasi a creare un senso di angoscia, di soffocamento. Come se si trattasse di una tragedia! Come se la nascita di un bambino fosse un avvenimento nefasto! Come se in Italia, in Europa, dove la mostra si trova, fossimo veramente in troppi, in sovrannumero! Ma perché allora lanciare un simile messaggio, per il vero per nulla nuovo? Anzitutto bastino alcune cifre a dimostrare che la densità demografica non è affatto sinonimo di povertà e sottosviluppo, dal momento che i paesi più densamente popolati al mondo sono i più ricchi: per fare solo qualche esempio, il Belgio e il Giappone hanno 336 abitanti per chilometro quadrato, l'Olanda 388, Hong Kong, che ha un reddito pro capite di ben 23.930 dollari, addirittura 6.502. Paesi ricchi come l'Italia e la Germania hanno un'altissima densità demografica, mentre paesi poveri come la Repubblica Centrafricana o il Gabon rientrano tra quelli in assoluto con più bassa densità (6 e 5 abitanti per kmq); così, ancora, il Madagascar ha un superficie quasi doppia di quella del Giappone, ma gli 11 milioni di malgasci muoiono di fame, mentre i 127 milioni di giapponesi, che si affollano su un territorio quasi privo di risorse naturali, hanno il secondo reddito pro capite al mondo (Il mondo in cifre 2003, ed.Internazionale). Allora, se questi sono i dati, per capire dove la mostra voglia, subdolamente, portarci, occorre collegare brevemente il suo messaggio alla storia del darwinismo. Ricordando ad esempio Malthus, uno dei più importanti ispiratori di Darwin. Scriveva costui, nel suo "Saggio sulla popolazione": "Ogni bambino nato in sovrannumero rispetto all'occorrente per mantenere la popolazione al livello necessario deve inevitabilmente perire….dovremmo facilitare invece che sforzarci stupidamente e vanamente di impedire il modo in cui la natura produce questa mortalità". Proseguiva augurandosi che mancanza di igiene, malattie e carestie eliminassero un po' degli uomini in eccesso sulla terra…. Così faranno anche Julian ed Aldous Huxley, figli di Thomas, il grande collaboratore ed amico di Darwin, esprimendo nei loro libri la necessità di limitare il numero degli uomini alla cifra ideale di due miliardi, per permettere così che ad una minor "quantità" di uomini corrisponda una maggior "qualità". Scrive Aldous nel suo "Ritorno al mondo nuovo": "Il nostro sregolato capriccio non solo tende a sovrappopolare il pianeta, ma anche, sicuramente, a darci una maggioranza di uomini di qualità biologicamente inferiore". Per questo i due fratelli, tra i più importanti darwiniani di inizio Novecento, saranno tra i più promotori della cultura eugenetica, della sterilizzazione obbligatoria per certe categorie di persone considerate inadatte, dell'aborto e dell'eutanasia. Posizioni analoghe non rimangono legate alla storia del passato, ma sono espresse oggi da personaggi famosi, vicini al mondo animalista, ambientalista e verde in genere, come il principe Filippo di Edimburgo, fondatore del WWF, o l'americano David Foreman, redattore della rivista ecologista Earth First. Il primo si è augurato di rinascere virus letale, "così da contribuire a risolvere il problema della sovrappopolazione", mentre il secondo, con una metafora abusata all'interno del suo ambiente, sostiene che "l'umanità rappresenta il cancro del mondo vivente". Tra i sacerdoti di questa oscura mentalità, figura, in Italia, il professor Giovanni Sartori, editorialista del Corriere della Sera, che insieme a Gianni Mazzoleni ha realizzato un volume intitolato "La terra scoppia. Sovrappopolazione e sviluppo" (ed. Rizzoli), dove vengono appunto sostenute le teorie malthusiane, con tutto quello che ne deriva: necessità di diffondere aborto e sterilizzazione anche nei paesi più poveri. L'argomentare del professore, del tutto analogo a quello di tanti come lui, prescinde da tutto quello che ci insegna la Storia, e cioè che l'aumento demografico è stato spesso motore di sviluppo, dall'epoca delle colonizzazioni Greche, alla Rinascita dell'anno Mille, alla rivoluzione industriale ecc.; prescinde dall'onestà e dal buon gusto, allorchè paragona l'uccisione di un bambino a quella di un girino, di una larva o al gesto di bere un uovo ("Se io bevo un uovo di gallina, non uccido una gallina"). Infine, in questa galleria di personaggi bizzarri, non si possono dimenticare i radicali di Marco Pannella, che predicano da anni il cosiddetto "rientro dolce", nella speranza di ridurre la popolazione mondiale da sei a tre miliardi di abitanti, e che forse anche per questo si battono per favorire la disgregazione della famiglia, l'aborto e l'eutanasia ( e un tempo si battevano anche, con Luigi De Marchi, per la "pianificazione demografica di Stato sino alla regolamentazione legislativa del problema della sterilizzazione e del limite di figli per coppia"). Un loro punto di riferimento è sempre stato il celebre Aurelio Peccei, fondatore del Club di Roma, una associazione specializzata negli anni Settanta a diffondere notizie allarmanti sulla popolazione mondiale ed anche italiana, prevedendo catastrofi e distruzioni anche nel nostro paese a causa di un presunto eccesso di popolazione. Secondo questo signore, in perfetta sintonia col pensiero darwiniano, medicina ed igiene sono mezzi buoni che raggiungono fini cattivi, e cioè la "proliferazione cancerosa" di uomini che continuano a "vivere sul pianeta come vermi sulla carogna" (Aurelio Peccei, Cento pagine per l'avvenire, Mondadori, 1981). Chi conosce qualcosa sul Terzo Mondo sa quanto simili teorie abbiano portato l'Onu, l'Unfpa, la Banca Mondiale e alcune ong internazionali a ritenere che l'aiuto all'Africa potesse consistere non in una educazione al lavoro e allo sviluppo, non in un contributo alla realizzazione, anche da quelle parti, di una sorta di rivoluzione scientifica, ma semplicemente in sterilizzazioni, preservativi e pillole abortive distribuiti a milioni….Col risultato che alcuni paesi africani hanno addirittura chiuso le porte a simili "aiuti"….
 
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