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Quo vadis PDl?
Di Francesco Agnoli - 30/06/2011 - Politica - 1417 visite - 0 commenti

Tre le domande che la maggioranza di centro destra deve porsi in questo periodo di crisi, c’è questa: che ne è del rapporto con i cattolici?

 In un recente passato, infatti, il voto cattolico ha conosciuto uno spostamento significativo, da sinistra, verso il centro destra. Da Romano Prodi, che sull’appoggio del mondo cattolico ha costruito lo sdoganamento della sinistra anche radicale, a Silvio Berlusconi. Come è avvenuto questo passaggio, non certo totale, ma significativo? Per l’evidente avversione dimostrata dallo schieramento di sinistra verso tutto ciò che appartiene al diritto naturale e al pensiero tradizionale della Chiesa. La sinistra di questi anni passati si è battuta, come è nel suo Dna, per la distruzione dell’istituto matrimoniale, con i Dico, per le stanze del buco, sebbene marginalmente, per la libertà di manipolazione e di uccisione degli embrioni con la fiv e la Ru 486 ecc… Romano Prodi non ha saputo né voluto opporsi, ma ha funto da traghettatore e da copertura.

Alla lunga, questo ha generato un forte scontento in una discreta fetta del mondo cattolico: è avvenuto cioè che molti si sono spostati dal centro sinistra verso il centro destra, altri si sono rifugiati in Casini, altri ancora sono magari rimasti a sinistra, ma piuttosto scorati, con pochi argomenti e scarso entusiasmo. In fondo alle elezioni del 2008 la coalizione di centro destra ha raccolto anche i frutti di vari anni di attività cattolica, quasi sorprendente: la mobilitazione e vittoria ai referendum del 2005; il risorto interesse per le tematiche della bioetica, testimoniato tra le altre cose dall’inserto “è vita” di Avvenire; la nascita dei comitati di “Scienza e Vita”, apartitici ma certamente poco sensibili alle sirene della sinistra, e, per concludere, il Family Day del 12 maggio 2007, imponente manifestazione a difesa della famiglia, ma anche contro le politiche prodiane.

Ottenuta la brillante vittoria del 2008, a cui appunto hanno contribuito notevolmente i voti cattolici, sia verso il PDL che verso la Lega, quale peso si è loro attribuito? Diciamolo chiaro: nessuno. Nessuno ha capito che stava iniziando a crescere un mondo potenzialmente molto forte, a difesa della famiglia e di alcuni valori non negoziabili: un mondo che si sarebbe potuto espandere se solo si fosse voluto curarlo, annaffiarlo, sostenerlo. Al contrario hanno prevalso subito logiche di potere, le spartizioni tra forzisti e vecchi missini. La destra al potere ha così snobbato gruppi ed ambienti carichi di entusiasmo e di idealità, come tali capaci di fare cultura, di incidere anche nel lungo periodo, per adottare i classici metodi partitocratrici.

Così Roberto Formigoni, valente esponente del mondo cattolico, uomo di esperienza e di governo, è stato messo all’angolo, perché non disturbasse, perché non facesse ombra a tanti politici senza arte né parte. Analogamente, nonostante il Family Day, si è omesso di ricreare il “Ministero della famiglia” che fu di G.Guidi, per il solito “Ministero delle pari opportunità”, che è, anche nel nome, una tipica espressione del pensiero progressista.

A capo di questo ministero Mara Carfagna si è impegnata su due fronti: strizzare l’occhiolino al mondo pro life, presentandosi spesso a riunioni e convegni, col suo bel sorriso e null’altro, e dedicare tempo, soldi, impegno in favore del movimento gay (e di conseguenza del matrimonio gay e della criminalizzazione di chi sia a ciò contrario). Ci si chiede però, se questo a attivismo non sia un boomerang: sia perché allontana i voti di tanti cattolici, e non solo; sia perché dimostra la sostanziale incapacità del centro destra di avere ideali e cultura di riferimento; sia, infine, perché sembra un po’ puerile pensare che il movimento gay possa spostare i suoi voti verso destra. Ma tant’è: anche Alemanno, noto giustamente come “Retromanno”, per la friabilità che lo caratterizza, e la Polverini, che ha vinto anche perché molti cattolici la hanno preferita alla radicale Bonino, hanno pensato bene di accodarsi all’Europride, con la vana speranza di essere così applauditi.

La loro fine sarà forse quella di Gianfranco Fini: beniamino dei grandi media e dei giornali di sinistra, ma senza più elettori a destra. Non è tutto. La vittoria del 2008 avrebbe potuto significare una valorizzazione di quel vasto mondo che fa capo alle comunità di recupero, che aveva in Carlo Giovanardi un valido riferimento, ma si è preferito confinare il politico modenese in un angolino, mentre Rotondi e Brunetta hanno a lungo riproposto una legge sui Dico, senza che nessuno li mettesse subito al loro posto. Riguardo alla Sanità? Serve ricordare che la RU 486, sponsorizzata dalla sinistra, è divenuta legale con il centro destra? Che la pillola ellaOne, contraccettiva ma anche abortiva, è osteggiata da qualche membro del governo ben più a parole che nei fatti?

Tanti sgarbi, tra cui, non ultimo, la nomina del radicale Capezzone a portavoce del PDl, tanta insipienza, alla lunga, si pagano: alcuni cattolici sono stufi di scegliere il “male minore”, mentre altri, a sinistra, si ringalluzziscono e riprendono, ovunque, spazi, ruoli, potere. Il Foglio, 30/6/2011

 
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