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Il progetto Nasko: chi lo boicotta?
Di Libertą e Persona - 20/01/2011 - Aborto - 1489 visite - 0 commenti

Il gruppo "ora et labora in difesa della vita", il cui Presidente è l'infermiere Giorgio Celsi, usa manifestare davanti agli ospedali, specialmente nelle mattine in cui si effettuano gli aborti.

In molti casi i volontari riescono ad avvicinare le mamme, dissuadendole dal commettere quell'atto disumano, pregando con loro e ringraziando il Signore... In tali occasioni vengono a conoscenza di "mancanze ed omissioni" volutamente commesse dal personale sanitario.... ed intervengono presso le Direzioni degli Ospedali avvisando successivamente i giornali delle "malefatte" scoperte....

Ecco quanto pubblicato dal "Giornale di Carate", nella pagina di Giussano martedì 18 gennaio 2011 (il volantinaggio era avvenuto venerdì 14 gennaio u.s.):

Polemica. Secondo "Ora et Labora" il progetto regionale non sarebbe ben pubblicizzato. NASKO, antiabortisti contro l'ospedale. Il caso sollevato da una donna che avrebbe interrotto la gravidanza per motivi economici.

Gli antiabortisti del gruppo "Ora et labora" minacciano un esposto alla Regione: "L'ospedale di Giussano non informa adeguatamente del progetto Nasko le donne che chiedono l'interruzione di gravidanza". Piccata la replica del direttore sanitario Bruno Molteni: "Non è vero, abbiamo applicato da subito le direttive regionali prendendo accordi con il Centro Aiuto alla Vita e quindi aprendo dentro l'ospedale un ufficio Cav, al quale indirizzare le donne che, nel dubbio, necessitano di un consiglio".

Ma facciamo un passo indietro. Lo scontro nasce da un episodio, verificatosi la scorsa settimana. Come ogni secondo venerdì del mese Ora et Labora tiene un sit-in di preghiera a ridosso dell'ingresso dell'ospedale. Si viene a sapere che c'è una donna che, quella mattina, ha rinunciato all'aborto.

"Già madre di tre figli, in situazione economica precaria, ma alla fine ha prevalso in lei l'amore per la vita - spiega Giorgio Celsi - Solo che, parlando con lei, abbiamo scoperto che nessuno l'aveva informata del progetto Nasko, come invece doveva essere visto che è rivolto a donne che, come lei, intenderebbero abortire per motivi economici. Nessuno, tranne un'infermiera di buon cuore incontrata per caso, le aveva parlato di questa possibilità. Non le avevano nemmeno consegnato il foglio informativo concordato"

La signora, contattata telefonicamente, conferma: "Quando sono entrata piangevo e un'infermiera, vedendomi poco convinta, mi ha detto che potevo rivolgermi al Cav, se volevo. Dentro di me sapevo di non volere più l'aborto. Mi sono presentata in ambulatorio per dirlo e lì mi hanno stracciato l'impegnativa. Sono stata informata del progetto Nasko dopo, dal Cav. Ho aderito felice di questo aiuto di cui non sapevo".

L'aiuto consiste in 250 euro mensili erogati alla madre dalla Regione per 18 mesi. Il fondo, complessivamente 5 milioni di euro, è stato istituito il giugno scorso dalla Giunta Formigoni.

"E' un fatto che non indirizzano nessuno al nostro ufficio, aperto dal 2 novembre scorso, sostiene Rosa Molteni, responsabile del Cav presente dentro il Borella - Le donne che abbiamo aiutato le abbiamo trovate casualmente nei corridoi. Stamattina abbiamo verificato che il foglio informativo di cui avevo fatto avere un fac simile alla Direzione sanitaria, non viene distribuito come concordato".

Chiamato in causa, il direttore mette i puntini sulle i. "Con la documentazione consegnata alle donne che chiedono l'intervento, c'è anche un foglio che le informa di avere sette giorni di tempo prima della conferma dell'intervento, indirizzandole a "SoS Vita" qualora gradissero ricevere informazioni su possibili alternative alla loro scelta - spiega il dottor Molteni - Inoltre sia nella sala di attesa dell'ambulatorio che in ospedale c'è tutta la cartellonistica del caso che permette di raggiungere l'ufficio del Cav"

 Il foglio distribuito non cita però il Nasko, infatti non è quello fornito dal Cav.

"Se abbisogna altro materiale informativo, integreremo anche quello. Ma all'ospedale compete anzitutto garantire alle donne tutta l'attenzione e le cure del caso. Questo viene fatto e bene, ottemperando con scrupolo alle vigenti normative. Non si può affermare il contrario."

 pagina a cura di Anna Maria Pacchiotti

 
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