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Mercedes vuole il Piemonte. E i giudici vogliono Mercedes
Di Giuliano Guzzo - 20/07/2010 - Politica - 909 visite - 0 commenti

La palla ora passa al Consiglio di Stato, che, se confermerà la decisione del Tar – che ha sentenziato la necessità di ricontare circa 15.000 voti (sono 9.000 quelli di vantaggio che hanno consegnato a Roberto Cota, affermatosi col 47,32% delle preferenze contro il 46,90 raccolto da Marcedes Bresso) –potrebbe ribaltare l’esito delle elezioni regionali; cosa a dir poco scandalosa. Vediamo perché. Ad essere contestata dalla Bresso è una Legge regionale - approvata dalla sua maggioranza, durante la scorsa legislatura! – che prevede che un capogruppo in Consiglio Regionale possa autorizzare la presentazione di una lista anche con simbolo e denominazione differente rispetto a quella del proprio gruppo, esentandola dall’obbligo di raccogliere firme di sostegno.

Così il Pd ha concesso l’esenzione ai “Radicali”, l’Idv a “Pensionati ed invalidi per Bresso”, ed anche Scanderebech, Capogruppo Udc, ha presentato una lista di sostegno, ma – e qui sta la sua “colpa” – non per aiutare il Governatore uscente, bensì Roberto Cota. Ora però “Al centro con Scanderebech”, la lista di Scanderebech – che era già stata ammessa dai tribunali in sede di presentazione, che hanno respinto i ricorsi targati Udc – rischia, così come rischia lista “Forza Consumatori”. Perché quei 14.980 voti non verranno ri-conteggiati, come sarebbe logico pensare in un Paese normale, alla stessa maniera degli altri, bensì in un modo innovativo, per usare un eufemismo: considerando cioè una croce alle liste di sostegno a Roberto Cota non valida, perché non correlata ad una seconda croce, che doveva essere apposta anche sul nome del candidato Presidente. Come se chi – come lo stesso Roberto Cota! – ha apposto la croce sul simbolo della Lega, in realtà, potesse essere intenzionato a votare qualcuno di diverso dall’attuale Governatore. Tipico esempio di giustizia italiana.

A tingere di giallo tutta la storia – anche se forse sarebbe più adatto parlare di commedia– ci si sono messe pure voci inquietanti, anche se mai smentite. In più interviste, infatti, settimane prima del verdetto emesso dal Tar dopo sei ore di camera ci consiglio, Roberto Cota aveva confidato d’essere stato raggiunto da voci da parte di ambienti salottieri dell’alta società secondo le quali l’esito delle elezioni che lo hanno eletto incoronato Governatore sarebbe, a breve, stato annullato. Ulteriore elemento oscuro è la previsione fatta settimane or sono da Mercedes Bresso:”Il 15 Luglio li mandiamo a casa”. Peccato che la data del 15 luglio, il Tar, l’abbia resa pubblica solo giovedì 1 luglio, spiegando che in origine l’udienza avrebbe dovuto essere il 7, ma, a causa di un intervento di ritocco dell’angioplastica, il giudice Franco Bianchi era stato costretto a rimandarla. Ma la Bresso - chissà come mai - sapeva già tutto.

 
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