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Gli effetti della riscrittura della storia
Di Enzo Pennetta - 06/07/2010 - Cultura e società - 1193 visite - 0 commenti

 


“Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato. – George Orwell 1984”.

George Orwell a soli 19 anni era entrato nella polizia imperiale inglese, a 33 aveva poi combattuto con i marxisti-trotzkisti nella guerra civile spagnola, due anni dopo dovette fuggire perché il Partito Comunista spagnolo li aveva dichiarati fuorilegge. Ne sapeva molto sugli strumenti del potere, aveva ben chiaro che la riscrittura del passato è determinante per orientare le masse.


I mezzi con i quali si forma l’orientamento delle masse vanno dai testi scolastici ad istituzioni culturali che per la loro autorevolezza hanno una notevole influenza sulla coscienza collettiva. È rilevante ad esempio la ricaduta di iniziative come quella portata avanti da National Gographic nel 2006 quando fu pubblicata la traduzione in italiano del “Vangelo di Giuda”, testo gnostico datato intorno al 130 /170 d.C.


Il Vangelo di Giuda propone una riscrittura del Nuovo Testamento nella quale si sostiene che sia stato lo stesso Gesù a chiedere  a Giuda di tradirlo, questo avrebbe indicato nella morte l’unica liberazione dal Dio della Bibbia che tiene gli uomini schiavi, prigionieri del loro corpo.

Evidentemente quel testo ha lo stessa attendibilità che avrebbe una vita di Hitler scritta nel 2045, un secolo dopo la sua morte, e nella quale si dicesse che Adolf Hitler in realtà era un agente britannico e che il suo vero scopo era di trascinare la Germania in una guerra rovinosa che avrebbe dovuto perdere per favorire l’impero inglese.

Ovviamente una rivelazione del genere non avrebbe alcuna credibilità presso una testata autorevole.

Il “Vangelo di Giuda” a quanto pare sì.


National Geographic è stato fondato nel 1933 da Gardiner Greene Hubbard, il suo secondo presidente fu il genero, quell’ Alexander Graham Bell, noto nel mondo anglosassone per l’invenzione del telefono (che venne negata a Meucci) e meno noto per essere stato un fervente sostenitore dell’eugenetica.

La scienza in ambito anglosassone è in genere di orientamento positivista e il fatto che un presidente del National Geographic fosse un sostenitore dell’eugenetica non può sorprendere chi conosce il clima culturale del XIX secolo.

Se episodi come quello del Vangelo di Giuda possono essere relativamente sporadici è invece profondamente radicata e persistente l’idea di un passato oscurantista dal quale saremmo stati liberati proprio dalla scienza positivista, un interessante esempio di questo è possibile trovarlo nel numero di luglio 2010 di “Storica”, rivista del   National Geographic.

In un articolo su Niccolò Copernico  viene affermato infatti che la teoria eliocentrica non fu presa in grande considerazione:

«…tanto più che il più famoso astronomo dei primi secoli dell’era cristiana, l’alessandrino Claudio Tolomeo (100 circa – 175 circa), stabilì inequivocabilmente che al centro di tutto vi fosse la Terra

È facile, dopo aver letto questa frase, farsi l’idea che sia stata una idea cristiana quella di rifiutare definitivamente il sistema eliocentrico e di porre la Terra al centro dell’Universo.

 

Basterebbe però specificare che Claudio Tolomeo, che era famoso anche per aver scritto “Le previsioni astrologiche” non era cristiano e  che nel secondo secolo il cristianesimo era mal tollerato nell’impero romano e che  quindi non avrebbe potuto influenzare il pensiero del mondo culturale dell’epoca.

 

Basterebbe ricordare al lettore che la Terra al centro dell’Universo era un’idea affermatasi con Aristotele  nella Grecia del IV secolo a.C., che si trattava dunque di una convinzione totalmente precristiana, per non indurre nell’equivoco fondante la leggenda dell’oscurantismo cristiano.

Che si intenda al contrario generare la convinzione di un oscurantismo cristiano antiscientifico viene confermato dalle ultime righe dell’articolo, riferito alla teoria del prete polacco Niccolò copernico, in cui si legge:

«Era nata la teoria eliocentrica che, nonostante la fortissima opposizione della Chiesa cattolica, si avviò a diventare il fondamento della scienza moderna»

Ecco dunque confermata l’idea che fu la Chiesa ad opporsi ad un eliocentrismo che sembrerebbe invece ben accolto nel resto d’Europa.

 

Peccato però che fosse stato Martin Lutero il primo a condannare l’eliocentrismo affermando che Copernico era «uno sciocco che intendeva mettere sottosopra l’intera scienza dell’astronomia»[1];

 

che la teoria copernicana venisse insegnata nel ‘500 nella cattolica università di Salamanca;[2]

 

che il più importante astronomo del XVI secolo, Tycho Brahe, pur accettando il sistema copernicano volesse salvare la centralità della Terra;

 

che nelle università dell’anglicana Inghilterra si insultasse Giordano Bruno e la sua difesa dell’eliocentrismo;[3]

 

che l’eliocentrismo di Bruno fosse permeato di magia;[4]

 

che il padre della scienza inglese, Francis Bacon non fosse per nulla convinto del copernicanesimo fino alla morte avvenuta nel 1626;[5]

 

che il fisico francese Gilles Personne de Roberval, stimato da contemporanei quali Fermat e Pascal, nel 1634 scriveva un trattato in cui ipotizzava che potesse essere falso sia il modello tolemaico che quello copernicano;[6]

 

che insomma la Chiesa cattolica nel ‘500 sia stata disponibile ad accogliere le idee del sacerdote Copernico e che fu invece tutto il mondo culturale e scientifico del XV secolo e dell’inizio del XVI ad opporre una forte resistenza all’idea che fosse la Terra a girare intorno al Sole.

Ma dire questo significherebbe essere costretti a fare chiarezza su cosa veramente fu il processo a Galilei, a farla senza cadere nei luoghi comuni inventati dalla fantasia di Bertold Brecht e ripetuti come fossero verità, cosa che evidentemente ci piacerebbe vedere sulle Pagine di National Geographic. Restiamo in paziente attesa.

 

Parlando della riscrittura del passato, ci soffermiamo ancora un po’ sulla leggenda della “papessa Giovanna” riproposta in un film, gli ultimi dubbi riguardo al suo utilizzo come strumento di riscrittura del passato vengono tolti  dalla raccomandazione di History Channel alla visione del film, infatti nella pubblicità apparsa sui giornali appare la dicitura “Consigliato da History Channel” insieme ad una che afferma “Il film che racconta uno dei più grandi segreti della chiesa”. Come può una leggenda grossolana essere passata come fatto storico e raccomandata da un canale tematico di storia?

 

Fatto sta che l’alterazione del passato inizia a dare i suoi frutti, nella cittadina laziale di Anzio è stato posto un monumento a Nerone, una statua di bronzo la cui realizzazione è stata motivata dal sindaco Luciano Bruschini secondo il quale il fatto che fu egli  a causare l’incendio di Roma sarebbe solo frutto di “ridicole ricostruzioni storiche e cinematografiche… A distanza di venti secoli, finalmente - scrive Bruschini -, gli storici seri stanno rivalutando la figura di Nerone: un grande imperatore, amato dal suo popolo, per le sue coraggiose riforme sociali e per il lungo periodo di pace che ha caratterizzato il suo principato[7] Ecco quindi che le “ridicole ricostruzioni storiche” diventano quelle di Tacito e Svetonio negli stessi giorni in cui la papessa Giovanna diventa fatto storico.

 

Che gli anticorpi contro le falsità siano ormai bassi lo dimostra il tenore dei commenti alla notizia che appaiono sul sito del quotidiano romano “Il Messaggero”:

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=108524&sez=HOME_ROMA&ctc=0#commenti


 A parte le numerose inesattezze e le risposte fuori argomento, nessuno dei commentatori obietta che Nerone nella seconda parte del suo regno non era affatto “amato dal suo popolo”, che venne definito “nemico del genere umano” da Plinio il Vecchio,  che morì travolto dall’odio di vasti strati sociali originato dai rovesci economici da lui causati, che non è vero che sotto Nerone ci sia stato “un lungo periodo di pace” perché sotto il suo regno esplose la Guerra Guidaica, descritta dallo storico Giuseppe Flavio, una guerra sanguinosissima e terminata solo con la distruzione totale di Gerusalemme e la deportazione degli ebrei in tutto il mondo.


Una guerra i cui effetti ancora si ripercuotono sul mondo contemporaneo: senza Nerone non avremmo avuto la diaspora e di conseguenza le premesse per il conflitto arabo-israeliano.

Il monumento a Nerone negando la verità storica colpisce non solo la memoria di moltitudini di cristiani martirizzati ma anche di un elevatissimo numero di ebrei che furono uccisi sotto il suo impero, però nessuno se ne accorge.


Sono gli effetti della riscrittura della storia.



[1] Le Scienze “I grandi della scienza”, ottobre 2004 pag. 41

[2] Ibidem pag. 80

[3] Le Scienze “I grandi della scienza”, marzo 2004 pag. 15

[4] Paolo Rossi, Francesco  Bacone – Il Mulino 2004 pag. 57

[5] Ibidem

[6] Ibidem pag. 56

[7] Il Messaggero 28 giugno 2010


 

 
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