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Ma in Italia c'è il regime
Di Giuliano Guzzo - 18/06/2010 - Politica - 927 visite - 0 commenti

Non avendo di meglio da fare, una responsabile dell’Ocse, l’altro giorno, ha chiesto al Governo italiano di rinunciare alla legge sulle intercettazioni e di adeguarsi alle normative internazionali. Magari: in Inghilterra, col Contempt of Court Act dell'81, a pubblicare intercettazioni si rischia fino a due anni – “In Inghilterra non è mai successo ed è impensabile” assicura Peter Popham, The Independent.  Anche in Germania, ai sensi dell’art. 353-d del C.P., pubblicare intercettazioni espone al rischio di un anno di reclusione - “In Germania è vietato”, ammette Jörg Bremer della Frankfurter Allgemeine Zeitung - mentre chi, nella veste di pubblico ufficiale, trasgredisce ai suoi obblighi di riservatezza, è punibile con cinque anni di galera. Incredibile ma vero, pure nella Spagna zapateriana, ai sensi dell’art. 301 della Ley de Enjuiciamiento Criminal, tutti gli atti giudiziari penali precedenti al giudizio sono dichiarati segreti – Miguel Mora, El Pais, conferma: ”Non è mai successo che venissero pubblicate intercettazioni come accade sui giornali italiani”. Dulcis in fundo, nella vicina Francia chi pubblica intercettazioni, ai sensi degli artt. 226 – 13 del C.P., rischia la detenzione fino ad un anno. Stessa sorte per chi divulga materiale “riservato”: per maggiori informazioni rivolgersi ad Augustin Scalbert, giornalista freelance del sito indipendente Rue89fr che rischia cinque anni di galera e 375mila euro di multa per aver osato mettere in rete (!) un “delicatissimo” fuorionda nel quale il Presidente Sarkozy litiga con un tecnico di una televisione pubblica.

 
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