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La Sinistra e le valigie per il futuro
Di Giuliano Guzzo - 11/03/2010 - Politica - 1006 visite - 0 commenti
Dobbiamo smetterla, noi del centrodestra, di credere che a sinistra siano tutti un po’ imbranati: è un pregiudizio e come tale è destinato ad essere confutato dalla realtà. Per rendersene conto basta leggere i giornali di oggi: è tutta un’alluvione di critiche alla manifestazione che, tra due giorni, vedrà sfilare la strana coppia Bersani Bonino. Senza mezzi termini, Giorgio Merlo, deputato del Pd e vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai sostiene, senza nascondere amarezza sostiene che “quella di sabato sarà una manifestazione all’insegna del più manette per tutti […] c’è da preoccuparsi” perché il rischio è di offrire “legittimità all’insulto” (Libero, 11/3/2010, p.8). L’ultima frecciata di Merlo è per Di Pietro:”non è che qui c’è qualcuno che può insultare a giorni alterni e pretendere che gli alleati stiano in silenzio” (Ibidem).

C’è andato giù duro anche il quotidiano “Europa”, che nel suo editoriale di oggi ha tentato di avvertire la Sinistra “prima che i danni collaterali prevalgano, come sono sempre prevalsi in analoghe circostanze” (Europa, 11/3/2010). Persino tra coloro che scenderanno in piazza c’è chi si tura il naso. Come Piero Sansonetti, già direttore di “Liberazione” e oggi del quotidiano online “Gli Altri”, che intervistato confessa:”ci andrò con molto dolore per il fatto che il centrosinistra sa solo protestare perché si fanno le elezioni senza competitore […] mi sembrano tutti matti”. Da comunista militante e intellettualmente onesto, Sansonetti arriva persino a dire che, fosse per lui, nel Lazio voterebbe la Polverini:”Prendiamo l’articolo 18: la Polverini su questo tema è più a sinistra della Bonino, che ha promosso un referendum per abolirlo. Ma più in generale molte istanze sociali sono più presenti nella Polverini che nella Bonino” (Il Secolo d’Italia, 11/3/2010, p. 5).

Trattasi di piccole critiche controcorrente, certamente troppo poco per gridare al rinnovamento, ma abbastanza per sperare, da qui a qualche anno, in una sinistra moderna, finalmente allergica al vilipendio e innamorata della dialettica, emancipata dalla cultura del sospetto e sedotta dal cambiamento. Di Pietro e i suoi faranno di tutto per impedirla, questa evoluzione, ma forse ci sarà. Esagero: ci sarà certamente. Ma avverrà solamente quando a sinistra sapranno indignarsi per gli effetti collaterali dell’immigrazione e capire la necessità di togliere tasse e iniettare entusiasmo, di salutare il laicismo e scommettere sulla laicità, di sposare l’antimafia e lasciar perdere i suoi professionisti, di fare politica senza essere troppo politici. E’ difficile dire se ci sarà una rivalutazione sulla figura di Berlusconi, certamente ci sarà il mea culpa sull’antiberlusconismo. Almeno tanti anni all’opposizione saranno serviti a qualcosa
 
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