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Enrico VIII e la nascita del capitalismo selvaggio anglosassone
Di Francesco Agnoli - 23/01/2007 - Storia moderna - 2959 visite - 0 commenti

Dopo la guerra dei cento anni, l'Inghilterra vive una guerra civile, detta delle due Rose, tra la famiglia dei Lancaster, che ha come simbolo una rosa rossa, e quella degli York, che ha come simbolo una rosa bianca; un quarto della popolazione perisce. Enrico Tudor, discendente dei Lancaster, la spunta e concilia le due famiglie sposando una York, Elisabetta. Diviene Enrico VII, che darà fiducia ad un navigatore italiano, Giovanni Caboto, che nel 1497 sbarcherà in Canada.

 Cuore del regno è Londra, con 100.000 abitanti circa, scalo di mercanti di ogni paese. Caterina D'Aragona, figlia di Ferdinando e Isabella, re di Spagna, viene destinata, ancora piccola, a lasciare la sua terra per andare nell'"isola delle nebbie" e sposare Arturo, primogenito di Enrico VII. Controvoglia Caterina obbedisce ma Arturo muore dopo soli cinque mesi di matrimonio. Enrico, secondogenito, diviene erede al trono: dopo la morte del padre diviene Enrico VIII. Enrico VIII è l'opposto del padre: spendaccione, ama i divertimenti , la caccia, i gioielli, i tessuti, i grandi banchetti…; è alto, forte, possente, prima di diventare grasso e lardoso…nel 1509 sposa Caterina D'Aragona, precocemente invecchiata e intristita, che non riesce a dargli un figlio maschio: gli muoiono 5 figli, nasce solo una femmina, Maria.

Enrico VIII è affiancato da Wolsey, un astuto popolano, figlio di un macellaio, che si dimostra disposto ad ogni bassezza: in cambio viene nominato Cancelliere e il re gli ottiene anche un alto ruolo ecclesiastico. Infatti Enrico VIII vuole controllare anche la Chiesa, nominando lui, al posto del papa, i vescovi, gli abati dei monasteri…Ciononostante si dichiara avversario di Lutero e scrive addirittura un saggio contro di lui. Lutero allora gli invia una lettera, in cui cerca di lusingarlo: l'ex monaco agostiniano ha bisogno di principi e di re per combattere Roma. In Germania ha ottenuto l'appoggio di alcuni feudatari che avevano visto nell'adesione al protestantesimo il modo per staccarsi dall'Imperatore, Carlo V, che era cattolico, e per entrare in possesso dei beni della Chiesa cattolica, espropriandoli. Ma Enrico VIII non ha ancora deciso il suo futuro religioso: per ora si scaglia nuovamente contro Lutero, deplorando il suo matrimonio con l'ex monaca Caterina von Bora. Sul fronte amoroso, intanto, è inquieto: ha parecchie amanti, tra cui Maria e Anna Bolena.

Di quest'ultima decide di diventare lo sposo: per questo richiede, inutilmente, al papa che dichiari nullo il suo matrimonio precedente. Intanto Wolsey, dopo aver fedelmente servito, viene tolto dai piedi e sostituito con Tommaso Moro, un uomo conosciuto da tutti per la sua integrità di giudice. Ma è Cromwell, un ex usuraio, la nuova anima nera del re: lo consiglia di proseguire nella sua volontà di ripudiare Caterina e lo spinge sulla strada dello scisma. Così, gli dice, potrai sposare Anna Bolena, poi diventare capo della nuova chiesa inglese, la chiesa anglicana, ed esproprierai i beni della Chiesa di Roma, vescovadi, abazie, monasteri…Il popolo inglese è in buona parte contrario a questi progetti: Anna è odiata e considerata una prostituta e una strega, tanto che in una occasione 5-6000 donne assaltano il palazzo dove la Bolena è rinchiusa per ucciderla. Ma l'opposizione viene domata; Fisher e Moro vengono condannati a morte per non aver pubblicamente riconosciuto la giustezza dell'operato del re; frati e monaci vengono impiccati, affogati e poi squartati: le loro membra vengono messe agli angoli delle strade di Londra; la testa di Moro, appesa su una picca, viene esposta sul ponte di Londra ma presto tolta per evitare le processioni di ammiratori. Intanto nel 1533 Anna, che si è sposata col re sancendo la rottura con Roma, partorisce una bimba: Elisabetta.

 Nel 1534 il Parlamento proclama l'Atto di supremazia: nasce ufficialmente la chiesa anglicana, guidata dal re. E' una chiesa nazionale di Stato, "l'Inghilterra che celebra se stessa": è fortemente nazionalista, in quanto i confini della fede coincidono con quelli dello stato e il capo della chiesa coincide col capo dello stato; profondamente antipapista, in quanto riprende la polemica luterana contro il papa considerato l'anticristo, e, di conseguenza, profondamente avversa ai due paesi cattolici per eccellenza, la Spagna e l'Italia. Nasce così l'Inghilterra moderna, quella che si espanderà schiacciando sempre di più, senza alcuna pietà, l'Irlanda cattolica, in parte sottomessa già dal XII secolo, e la Scozia, le sue colonie "domestiche", e poi creando a poco a poco l'"Impero su cui non tramonta mai il sole", dall'Australia, all'India all'America; nasce l'Inghilterra patria del capitalismo più spregiudicato, della pirateria che assale i galeoni spagnoli e portoghesi, con la compiacenza dei sovrani; dei trafficanti di schiavi che elimineranno i pellerossa e riempiranno il Nord America di neri schiavizzati, per poi privarli di ogni diritto, persino di quello di sedere sull'autobus, insieme ai bianchi, fino a Novecento inoltrato; dei venditori di oppio, che faranno i loro affari in Cina devastando la popolazione locale…

Di questa nuova mentalità, in cui l'uomo viene sacrificato al denaro in nome della "libertà", in cui il lavoro, esattamente come avverrà poi nell'ideologia marxista, diviene l'unico valore assoluto, sono protagoniste la nobiltà e la borghesia anglicana, che hanno abbracciato il nuovo credo, e che Enrico VIII ha ricompensato e legato a sé elargendo i beni e le terre della Chiesa cattolica: sono costoro che, divenuti più ricchi, potranno lanciarsi nelle speculazioni economiche, nelle monoculture, nelle recinzioni, nella privatizzazione delle terre comuni, spingendo molti contadini che vi vivevano, al vagabondaggio o all'alcolismo, nelle colonizzazioni e nei commerci…senza più l'ingombro della noiosa Chiesa cattolica, sempre pronta a richiamare, e a difendere i diritti umani dei più deboli (in Inghilterra, per secoli i cattolici saranno esclusi per legge dalla possibilità di accedere a cariche pubbliche). Questi nuovi adoratori del denaro, trasformano il vecchio mondo in direzione capitalista, ottenendo dal re e dal Parlamento continui benefici, ad esempio l'abolizione di festività cattoliche, che permette di sfruttare maggiormente i lavoratori subalterni; oppure l'Atto contro il vagabondaggio: la chiusura di opere assistenziali della Chiesa cattolica (ospizi, ospedali, orfanatrofi ecc., tutti passati ai fedeli del Tudor), insieme alle prime recinzioni, ha determinato l'esplodere della povertà, del vagabondaggio e del furto.

Enrico VIII e i suoi, che non vogliono essere frenati nella loro corsa all'arricchimento, usano il pugno duro, semplicemente eliminando poveri e vagabondi: 72.000 ne vengono impiccati durante pochi anni. Per secoli l'Inghilterra sarà famosa per la durezza delle pene nei confronti del furto: "dal 1688 al 1820 i reati che comportano la pena di morte passano da 50 a 200-250, e si tratta quasi sempre di reati contro la proprietà". Hegel denuncerà la severità "draconiana" con cui "in Inghilterra viene impiccato ogni ladro": la pena di morte, l'internamento in case di lavoro, i figli strappati alle famiglie povere già dai tre anni, per spingerli al lavoro, saranno l'unica soluzione dello Stato liberale di fronte al problema dei poveri, sino alla teorizzazione dell'eugenetica prenazista, cioè della loro eliminazione per via politica. Malthus sarà solo uno dei tanti a proporre una politica che ritardi i matrimoni dei poveri e la procreazione tra classi popolari, mentre Franklin, su suolo americano, si scaglierà contro i medici che salvano "metà delle vite che non sono degne di essere salvate". Preludio, evidentemente, alla teorie così in voga negli Usa a partire da fine Ottocento, sulla sterilizzazione degli "inferiori", tra i quali, soprattutto, immigrati, anche europei, e poveri.

Accanto a tutto ciò, convivono nell'Inghilterra che si considera liberale, varie forme di servitù: Adam Smith racconta che ai suoi tempi i lavoratori nelle miniere e nelle saline erano come i servi della gleba, potevano essere venduti o comperati insieme al luogo di lavoro, e portavano un collare con scritto il nome del loro padrone. I pensatori inglesi posteriori a Enrico VIII, seguaci idolatri del liberalismo, giustificheranno la schiavitù dei neri, l'eliminazione dei "serpenti papisti", lo sfruttamento intensivo delle colonie, dei vagabondi e dei bambini. Il maestro del liberalismo, Locke, avrebbe scritto: "il bambino può dimostravi che il negro non è un uomo" (Marco Marsilio, Razzismo, un'origine illuminata", Vallecchi).

Su questo assunto di base convaliderà e giustificherà la pratica dello schiavismo di massa. Riguardo agli irlandesi, nel suo "Trattato sulla tolleranza", affermerà: i papisti sono "come i serpenti, non si otterrà mai con un trattamento cortese che mettano da parte il loro veleno". Riguardo ai bambini poveri, che saranno insieme alle donne le prime vittime della furia capitalista nell'epoca dell'industrializzazione, sosterrà, insieme a Bentham, la necessità di "toglierli dalle mani dei genitori", ancora piccolissimi, per farne dei buoni lavoratori nelle fabbriche e nelle miniere (Domenico Losurdo, "Controstoria del liberalismo", Laterza).

Ma torniamo ad Enrico VIII, vero padre di quanto si è brevemente raccontato: la Bolena abortisce altre due o tre volte; Enrico inizia a pensare ad una maledizione e decide di far decapitare Anna (nel frattempo Caterina è morta eroicamente, qualcuno dice per avvelenamento, ma non è certo); disfattosi della Bolena sposa Jane Seymour, una giovane bruttina, zoppa, leggermente strabica e col doppio mento: Jane partorisce Edoardo e dopo 12 giorno, forse per mancanza di assistenza, muore. Subito il buon Cromwell procura al suo re un nuovo partito, Anna Claves, brutta, sgraziata, ma figlia di un duca tedesco protestante: un’alleanza contro Roma che può servire. Ma Enrico VIII, quando Anna giunge in Inghilterra, non accetta la sua bruttezza e Cromwell, che aveva combinato tutto, finisce decapitato; Anna viene allontanata e tenuta buona con grandi doni. Enrico non ama neppure il luteranesimo, al punto che minaccia di morte quei vescovi , sacerdoti e frati che hanno preso al volo lo scisma per procurarsi mogli e concubine.

Litigando con la prima moglie, Enrico VIII ha creato una nuova religione; ma non vuole che sia nuovo proprio tutto. Può ora sposare Caterina Howard, che verrà decapitata solo due anni dopo, nel 1542. In questi anni il re prosegue nel suo disegno di assoggettare la Scozia, come sua seconda colonia: attacca violentemente Giacomo V Stuart, re di Scozia e suo cugino, fa incendiare chiese, villaggi e cerca di legare a sé alcuni feudatari scozzesi; in particolare può giocare sui protestanti scozzesi, pronti a fare il gioco di un re straniero pur di contrastare la dinastia Stuart, ancora fortemente cattolica. Giacomo V muore di dolore, lasciando come erede la figlia, Maria Stuart, di sei anni. Enrico VIII muore nel 1547; il suo sepolcro, oggi, è vuoto, forse perché le sue spoglie vennero bruciate e disperse dalla figlia Maria. In conclusione si può dire che se non si mettono a fuoco queste vicende, non si può capire il grande successo del comunismo marxista, che nacque come un tumore in un corpo malato, conservando però lo stesso peccato originale del liberalismo: l'essenza materialista ed economicista.

 
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