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Peter Singer, il bioeticista bene.
Di Francesco Agnoli - 05/09/2009 - Bioetica - 1983 visite - 0 commenti

Il suo nome lo lessi per la prima volta in un libro di Chiara Valentini, giornalista di Repubblica, La fecondazione proibita (Feltrinelli). Veniva presentato come un grande bioeticista, all'avanguardia, avversato a qualche stupido ecclesiastico. Poi il suo nome iniziai a leggerlo sempre più spesso proprio sui giornali di De Benedetti, Repubblica e l'Espresso, e la cosa mi incuriosì. Così lessi alcuni suoi libri.

Chi è Singer? Peter Singer, già docente nientemeno che nelle università di Oxford, New York, Colorado, California e alla Trobe University, oltre che candidato al senato australiano nei Verdi, è il più grande teorico dell'animalismo contemporaneo. La sua tesi di fondo è che lo "specismo",  cioè la distinzione tra uomini e animali, diritti umani e diritti animali, è una forma di razzismo.

Il suo nome, anche in Italia, è circondato da ammirazione e da un'aura di sacralità, tanto da essere spesso citato, come un uomo di grande "statura", dai sostenitori, ad esempio, della fecondazione artificiale. Basti una citazione, tratta dai suoi Scritti su una vita etica (Saggiatore, pp.180-181), incentrati sulla esaltazione del darwinismo, la condanna della vivisezione sugli animali, e la difesa di aborto, infanticidio sino al ventottesimo giorno dopo la nascita, ed eutanasia: "Un bambino di una settimana non è un essere razionale e autocosciente, ed esistono molti animali non umani la cui razionalità, autocoscienza, consapevolezza, sensibilità e così via, sono superiori a quelle di un bambino umano, anche di un mese di età. Se il feto non ha lo stesso diritto alla vita di una persona (ipse dixit, n.d.A.), allora ne deriva che neanche il neonato ha questo diritto, e che la vita di un neonato ha meno valore per lui stesso di quanto la vita di un maiale, di un cane, di uno scimpanzé abbiano per l'animale non umano…Pensare che la vita di un neonato abbia uno speciale valore perché è piccolo e grazioso è come pensare che un cucciolo di foca, con la sua soffice pelliccia bianca e i suoi occhioni tondi, meriti più protezione di un gorilla, che non possiede questi attributi".

Prendiamo un'altra perla di Singer, a pagina 350: "Forse una gallina non ha il senso dell'esistenza e del tempo: penso che sia la ragione per cui è peggio, di norma, uccidere un essere umano invece di una gallina. Ma i bambini appena nati non hanno il senso dell'esistenza e del tempo. Così uccidere un bambino appena nato (poco importa se disabile o meno) non equivale mai ad uccidere una persona, vale a dire un essere che vuole continuare a vivere. E' diverso".

Effettivamente, se l'uomo è solo un animale, chi garantisce che sia superiore alla gallina? Sempre Peter Singer, fondando insieme a Paola Cavalieri il "Progetto Grandi Scimmie", da cui le attuali manovre politiche zapatere prendono il via, afferma: "Tutto questo vuol dire che è venuto il momento di proporre un'idea nuova: estendere la comunità morale oltre gli esseri umani, fino ad includere scimpanzé, gorilla e oranghi. 'La comunità di uguali' abbraccerebbe allora tutte le grandi scimmie, e non solo i membri della nostra specie" (p.102, op.cit.).

Uno così, passa oggi per un grande bioeticista. Per questo è divenuto uno dei consiglieri di Zapatero.

 
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