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Un finanziere che vuole plasmare una "societą aperta".
Di Francesco Agnoli - 18/06/2009 - Cultura e societą - 2331 visite - 0 commenti

 Vorrei fare qualche accenno alla figura di George Soros. Costui è uno degli uomini più ricchi del mondo, da molti ritenuto il responsabile del crollo della sterlina il 16 sett.1992 e di quello della lira nello stesso anno, oltre che la causa della crisi asiatica nel 1997.

Per Alexander Lukashenko, presidente della Bielorussia, Franjo Tudjman, ex presidente della Croazia, Muhamed Mahatir, ex primo ministro della Malaysia, Soros (che ama scorazzare in questi paesi economicamente più fragili!) è un inqualificabile pirata della finanza, un destabilizzatore, un avventuriero (“Corriere Economia”, 20.10.’97).

Il suo nome ritorna insistentemente dietro situazioni poco chiare, dietro la guerra civile in Albania, dietro l’UCK in Kossovo. Egli del resto non fa segreto di agire, tramite mille ramificazioni, nella vita politica di vari paesi dell’est in particolare, di averli rivoltati come calzini (la forza del denaro contro la debolezza degli uomini!). Il suo pallino è l’idea di “società aperta”, un’espressione di per sè poco chiara ma che è già stata accennata prima: in un suo articolo, intitolato “Brave new world”, alla fine del quale cita l’omonima opera del già citato Aldous Huxley, dice che, sì, effettivamente il suo modello di società aperta può provocare anche qualche piccolo guaio, e cioè legami “meno importanti...tra genitori e figli”, “eutanasia, ingegneria genetica, lavaggio del cervello”.

Chi conosca “Brave new world” di Huxley può capire meglio, fra le righe: in quest’opera del 1932 Huxley, grande sperimentatore e diffusore dell’uso di droghe, un alfiere della controcultura, ipotizza un mondo futuro in cui vi saranno: divorzio, aborto, eutanasia, manipolazione genetica, lavaggio del cervello, droga libera, distruzione e fine del concetto di famiglia, di razza, di popolo, fine del cristianesimo...

E’ la stessa identica “società aperta” di cui parla Soros, che ad Huxley si rifà espressamente ! Così apprendiamo che Soros reinveste parte dei soldi ottenuti con la speculazione proprio per liberalizzare la droga (e “Cannabis” gli è grata): “Corriere Economia” riporta 25 miliardi spesi per enti antiproibizionisti americani, 1,7 miliardi per “marijuana libera per scopi medici”, 1,7 miliardi per “distribuzione siringhe ai drogati”... in compagnia con Hugh Hefner, proprietario di Playboy.

 E’ poi stato anche sponsor degli antiproibizionisti nostrani, magari ex proletari che non si vergognano assolutamente di schierarsi con un esponente della più spregiudicata speculazione: Dario Fo (già autore di “La marijuana della mamma è la più bella”, e il cui figlio è fondatore di una comunità New Age), il Manconi, Stefano Rodotà, Grazia Zuffo, Ersilia Salvato, Cohn Bendit, Emma Bonino e i radicali in generale...(“la Repubblica”11.6.’98; “Corriere della Sera”, 6.6.’98).

Droga libera, droga di stato, come in Huxley insomma: e per Huxley era un culto, tanto che morì facendosi iniettare dalla moglie una dose di LSD. Poi Soros è anche finanziatore di un “Progetto sulla morte” sull’eutanasia; non conosco nulla sul suo apporto agli studi nel campo dell’ingegneria genetica, della clonazione e del lavaggio del cervello, a cui accenna nella sua autobiografia, presentandoli come tipici di una società aperta.

Certo di questa fa parte anche l’ideale multirazziale e multiculturale: come divengono meno importanti i “legami fra i genitori e figli”, così il mondo intero deve divenire una famiglia aperta, in cui nessuno ha una casa, perché la casa è il mondo. Di qui il suo sostegno all’idea di mobilità lavorativa assoluta, i 34 miliardi spesi per “la concessione del passaporto USA agli immigrati stranieri”, l’idea folle ed allucinante secondo cui “amici, vicini di casa, mariti e mogli diventano, se non intercambiabili, almeno prontamente rimpiazzabili da sostituti...”; i legami tradizionali divengono tutti legami “di carattere contrattuale”, con una conseguente “crisi delle relazioni”, di quelle relazioni come il vicinato, la parentela, la religione, la patria..., che appartengono ad una “società organica”, non però alla sua sognata “società aperta”.

Con l’avvento dell’Età dell’Acquario - scrive il monaco indiano Anthony Elenjmittam, perfetto seguace ideale di Soros, attivo in quella capitale del sincretismo religioso che è oggi, nonostante S.Francesco, la città di Assisi - avremo un solo Mondo, Una Cultura, Uno Stato Mondiale, una Cittadinanza mondiale...(realizzeremo) il Dio di tutte le religioni, nazioni, popoli...la famiglia come istituzione non regge più...Ciò preannunzia che la società dell’età dell’acquario sarà aperta e libera, e saranno libere le associazioni degli uomini ”; libere anche, come si dice anche nel già citato “Arcobaleno...”, grazie alle “biotecnologie”, viste come un ottimo arnese di scasso per “aprire” finalmente la famiglia, dell’uomo e degli uomini, distruggendola... (da: F. Agnoli, Pucci Cipriani, 1968, Fede & Cultura)

 

 

Segue un articolo su George Soros (che è, occorre ricordarlo, un grande sponsor dei radicali), del Movimento Nuova Solidarietà, del democratico americano L.LaRouche:

L'aspetto nuovo più importante sulle malefatte di Soros è stata segnalato dalla rivista americana EIR, che ha dedicato il numero del 22 marzo a dimostrare che Soros, oltre ad essere uno speculatore, è anche il re della droga libera: è impegnato nella più grande campagna internazionale per la legalizzazione che è partita dall'inizio dell'anno per contrastare un imponente programma di guerra alla droga varato da Clinton.

L'EIR spiega che Soros cominciò la carriera sotto gli auspici dei Rothschild, che ancora oggi sono tra i finanziatori noti delle sue attività disponendo di due consiglieri nell'amministrazione del Quantum Fund NV, la finanziaria di Soros registrata nelle Antille Olandesi. Il capitale iniziale fu dato a Soros da George Karlweis, il quale, sempre coi soldi dei Rothschild, finanziò, alla fine degli anni Sessanta, il famoso truffatore internazionale Robert Vesco. Vesco ottenne altri soldi dagli ambienti della Anti Defamation League, soprattutto da Michael Milken, e lanciò la famosa truffa internazionale dell'Investors Overseas Services (IOS), un fondo comune d'investimento con il quale riciclò i soldi della droga anche il grande capo della mafia Meyer Lansky. La truffa fruttò 260 milioni di dollari.

Entrato nella clandestinità, Vesco divenne braccio destro di Carlos Lehder Rivas del Cartello di Medellín in Colombia e poi tuttofare di Fidel Castro per le faccende sporche: dal narco-terrorismo allo spionaggio industriale. In Italia l'IOS di Vesco realizzò le sue truffe attraverso il fondo di diritto lussemburghese Fonditalia di cui era consigliere Beniamino Andreatta. Nel giugno 1992 Andreatta partecipò al vertice segreto sul panfilo "Britannia" in cui fu ordito il crollo della lira dell'ottobre 1992 nell'interesse di Soros... 

Le principali attività di Soros sul fronte della droga negli ultimi anni possono essere così schematizzate: Ha elargito più di 10 milioni di dollari alla Drug Policy Foundation (DPF), la principale lobby americana per la legalizzazione. Ha aperto un proprio centro allo stesso scopo, il Lindesmith Center, affidandolo al dirigente del DPF Ethan Nadelman. Ha elargito altri milioni di dollari a fondazioni che si battono per la legalizzazione.

Tra queste la più importante è la Drug Strategies, diretta da Malthea Falco, fondatrice della NORML (altra importante lobby per la legalizzazione della marijuana) e sposata ad un dirigente della Council on Foreign Relations. Ha promosso conferenze. Nell'ottobre 1995, mentre a Bologna davano la laurea a Soros, in America il suo centro Lindesmith ha iniziato la vendita delle videoregistrazioni della conferenza "Approcci nuovi alla politica per la droga, legalizzazione e regolamentazione", sponsorizzata dall'associazione degli avvocati di New York tra il 10 ed il 12 ottobre.

La stragrande maggioranza dei relatori proveniva dai pensatoi di Soros: il Lindesmith, il DPF, il Drug Strategies e Partnership for Responsible Drug Information. Un'altra conferenza si è tenuta in autunno allo Hoover Institute di Palo Alto in California (una succursale di fatto della Società Mont Pelerin) a cui hanno partecipato 38 esperti di polizia e magistratura. A tessere le lodi della legalizzazione è intervenuto l'ex segretario di Stato George Shultz, che da tempo si è dedicato alla causa della DPF, e Kurt Schmoke, un direttore del DPF e sindaco di Baltimora. Quest'ultimo ricevette tempo fa un assegno di 100 mila dollari dal DPF per le sue attività a favore delle legalizzazione. Ha promosso la carriera dell'"economista" Jeffrey Sachs che dalla fine degli anni Ottanta ha propagandato la "terapia d'urto" nei paesi dell'ex Patto di Varsavia. Attualmente Sachs è un dipendente di Soros, il quale gli mise gli occhi addosso quando il professorino di Harward si andava vantando di essere l'architetto del "miracolo finanziario boliviano", che nei fatti fu la vendita di un intero paese, la Bolivia, a una mafia di trafficanti di cocaina. Sachs propone apertamente e esplicitamente la "liberizzazione finanziaria dei dollari della droga".

Attraverso le sue fondazioni Open Society, Soros investe annualmente circa 500 milioni di dollari esentasse in cosiddetti progetti culturali. Si tratta di operazioni che si estendono a 24 paesi, tra cui soprattutto quelli dell'Est europeo, il Sud Africa ed Haiti. Al centro di questa rete "caritativa" c'è l'Open Society Institute (OSI) di New York presieduto da Aryeh Neier. Costui vanta dodici anni di esperienza alla testa del Human Rights Watch, un ente, sempre finanziato da Soros, che agisce negli ambienti britannici e dell'ONU nel mondo, soprattutto dove Soros ha deciso di investire (da:  http://www.movisol.org/soros3.htm)

 
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