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Cosa c'è dietro l'affare Noemi.
Di Caius - 03/06/2009 - Politica - 1579 visite - 0 commenti

Alzi la mano chi crede che ciò scandalizza il Pd dei vecchi comunisti dediti al "libero amore", almeno teorico, sia la vita sessuale di Berlusconi. Alzi la mano chi crede che a Repubblica, il giornale del divorzio, dell’aborto, dei gay pride, della Ru486, del’anticristianesimo furioso, stiano a cuore i dilemmi etici sul premier. Alzi la mano chi crede che gli organi di stampa dello squalo Murdoch e dei giornali della city di Londra siano scandalizzati dalle feste mondane e magari osè di casa Berlusconi. Alzi la mano il bamba che pensa che Obama sia turbato dalle tristezze della Lario, più che dall'amicizia dell'italia con Putin... Alzi la mano il bamba che crede che Franceschini, che era in principio dell'idea di lasciar perdere i pettegolezzi e dedicarsi alla critica politica, sia stato convinto da Repubblica a cambiare cavallo perchè veramente preoccupato per le sorti dei govani virgulti italiani, cresciuti a pane, sesso ed ecstasy...

Insomma, per chi non si lascia facilmente depistare dal potere mediatico, ecco un'intervista in cui Cossiga spiega come stanno le cose.

De Benedetti e Obama, con Fini dietro le linee, contro Berlusconi, Italia, Europa e Russia. Per fermarli basta offrire il gateau...

Cossiga, solo lei può svelare l’arcano: c’è un complotto per disarcionare Berlusconi o no? “Un po’ sì, un po’ no”.

Risposta ambigua. “Caro mio, a essere ambigua è la realtà! E gli arcana imperii non vanno mai svelati del tutto. L’ho anche detto a Berlusconi...”.

Cos’ha detto a Berlusconi? “Diverse cose. La prima, fondamentale, è di tacere”. In che senso? “Tacere, non replicare alle accuse per non aizzare nuovi attacchi”.

Berlusconi, invece... “Berlusconi è un istintivo, non s’è tenuto. Bastava dicesse ‘io mi occupo di politica e non di gossip’, invece è andato a Porta a Porta, ha gridato al complotto, s’è inventato una serie di piccole balle...”.

E i media ne hanno approfittato. “Ovviamente, più elementi dai più elementi troveranno”.

E’ la regola del giornalismo d’inchiesta. “Ma quale giornalismo? Ma quale inchiesta?”.

Quella di Repubblica, no? “Sarebbe meglio parlare dell’editore di Repubblica, De Benedetti”. Perché? “Come perché? De Benedetti, come tutti gli imprenditori, punta a far quattrini, e con Berlusconi è rimasto fuori dalle fusioni bancarie, dall’affare Alitalia, dalla ricostruzione dell’Aquila e pare non intenda infilarlo neanche nella holding di Telecom in via di costituzione”.

De Benedetti, dunque... “S’è incazzato e, secondo me, grazie a una gola profonda nell’entourage del premier ha messo su lo ‘scoop’ sulla festa di Casoria”.

Era prevedibile? “Largamente. Ma Berlusconi non ha capito che un presidente del Consiglio deve aspettarsi che ogni dettaglio della sua vita privata venga passato al microscopio”.

C’è chi parla di 'delirio di onnipotenza'. “Posto che quando uno comincia come cantante sulle navi da crociera e poi entra nella lista degli uomini più ricchi del mondo un certo senso di onnipotenza ci può anche stare...”. Posto ciò? “La verità è che Berlusconi è un giocherellone; se lo invitano a una festa a Casoria, lui ci va”. E ora, che dovrebbe fare? “Tre cose: far avere la cittadinanza italiana allo ‘svizzero’ De Benedetti, farlo entrare nell’affare Telecom, affidare a una società presieduta dal direttore di Repubblica, Ezio Mauro, una parte della ricostruzione dell’Aquila”.

Potrebbe non bastare, c’è chi sospetta che l’intrigo abbia ormai dimensioni internazionali. “La questione è seria, ma di un’operazione del genere sarebbero capaci solo pochi Stati. Vediamo: la Francia non può essere stata perché ha bisogno dell’Italia per contrapporsi agli Stati Uniti; la Federazione russa neanche, perché Putin ha un eccellente rapporto con Berlusconi; Israele non ne avrebbe interesse, e comunque non fa operazioni di disinformazione ma solo omicidi mirati...”.

Dunque, non resta che... “Non resta che l’America. E’ infatti noto che Obama non ama l’Italia e non mi meraviglierei che disertasse pure il G8”. Non amare l’Italia le pare un motivo sufficiente? “Se ha ragioni concrete, sì. La principale riguarda l’evidente asse politico che lega Berlusconi a Putin e l’accordo miliardario appena sottoscritto dall’Eni con Gazprom per la costruzione di un colossale gasdotto che approvvigionerà l’Italia e l’Europa”.

Iniziativa che intacca gli interessi americani? “Sì, perché rafforza Putin e penalizza fortemente il gasdotto che passa per l’Ucraina, sul quale gli Stati Uniti hanno una sorta di egemonia di fatto”.

Altre ragioni di inimicizia? “Ci sono, e sono sempre legate alla politica estera ed energetica. Ne dico due: Berlusconi è amico di Gheddafi ed ha firmato un trattato in base al quale l’Italia non concederà le proprie basi militari in caso di attacco alla Libia; l’Italia, a differenza degli Stati Uniti, è interessata a mantenere buoni rapporti con l’Iran”.

Insomma, abbiamo individuato il burattinaio. “Ma nooo, affatto. L’avremmo individuato se non fosse che Obama è un noto pacifista e se non avesse ordinato agli agenti della Cia di sospendere l’attività di intelligence per dedicarsi unicamente al gioco del golf e del baseball...”.

Capito. Secondo lei, ora, cosa dovrebbe fare Berlusconi? “Stare calmo, dare per scontato che l’affare Noemi non gli toglierà voti e semmai gliene procurerà di nuovi e dimettersi subito dopo le europee per stravincere le elezioni anticipate. Capisco, teme che le Camere non verrebbero sciolte e l’incarico sia dato a Fini, ma sbaglia: Fini ha ormai dalla sua solo il ministro Ronchi”. quotidianonet.ilsole24ore.com Martedì 02 Giugno 2009

 

L'analisi di Cossiga è confortata da Limes:" La Opel passa a Magna, ma il sottotitolo russo è evidente, e ha fatto storcere parecchi nasi americani nei giorni decisivi del negoziato. Un editoriale del Wall Street Journal, il 27 maggio, quando i più credevano ancora all’opzione Fiat, ammoniva il cancelliere tedesco Angela Merkel dalla tentazione di permettere al Cremlino “di salvare la Opel di General Motors dal fallimento”. Ovvero di consegnare il gioiello tedesco dell’americanissima GM a Putin e soci. Il quotidiano economico faceva notare che “sebbbene Magna domini le prime pagine”, la Russia otterrà una fetta più grossa rispetto agli austrocanadesi. E così è stato: 35% di azioni, come la quota di Gm, mentre Magna avrà il 20% e il restante 10% sarà dei dipendenti" (http://temi.repubblica.it/limes/opel-alla-magna-la-vittoria-di-eurussia/4773).

Gli accordi Russia-Putin, e Russia-Germania, sono una svolta epocale nella politica internazionale europea. Significano togliere agli Usa una parte importante della loro influenza politica. E Obama, non può non avere paura. Berlusconi rischia di essere per gli americani il nuovo Mattei.


 
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