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Chiesa e omosessualità: quante menzogne
Di Giuliano Guzzo - 02/12/2008 - Attualità - 1528 visite - 0 commenti
Ridiamo per non piangere. La polemica divampata dopo che ieri, alle ore 14:42, un comunicato Ansa riferiva le parole di Monsignor Migliore, osservatore permanente del Vaticano alle Nazioni Unite, ha dell'assurdo, ma purtroppo dobbiamo farci l'abitudine.
La Chiesa Cattolica ce l'ha con gli omosessuali e se potesse li spedirebbe tutti al rogo: è questa, per venire al sodo, lo stereotipo che ci sentiamo propinare quasi quotidianamente da media sempre più compiacenti al fronte culturale laicista del quale, in ormai infinite occasioni, abbiamo già potuto apprezzare la facilità alla menzogna.
Anticlericalismo è dire poco: ci troviamo di fronte ad un sistematico travisamento di fatti e parole, ad un flusso ininterrotto di bugie, di frasi senza senso eppure calibratissime nel loro intento infamante.
La Chiesa, ribadiamolo, non ce l'ha affatto con gli omosessuali, semplicemente condanna l'omosessualità come condotta sessuale disordinata, ritenendola un capovolgimento di quel disegno antropologico naturale al quale – chi studia filosofia dovrebbe saperlo – anche l'Etica a Nicomaco di Aristotele e la Metafisica dei Costumi di Kant, testi alieni da ogni accento ecclesiastico, fanno esplicito riferimento. Che la Chiesa e la cultura cattolica lato sensu non siano avversi agli omosessuali è provato anche da un dato di fatto inconfutabile: i primi Stati a depenalizzare l'omosessualità sono stati, guarda caso, paesi di consolidata tradizione cattolica: la Francia nel 1810, l'Italia nel 1886, la Polonia nel 1932. Al contrario, una nazione oggi ritenuta da tutti all'avanguardia come la Gran Bretagna, a questa conquista civile è approdata solo nel 1967.
Quello che oggi sta a cuore ai governi occidentali non è affatto la persecuzione agli omosessuali, che per lo più si verifica in Stati - guai a ricordarlo! - musulmani; l'obbiettivo odierno, perseguito da un numero crescente di politici europei, è promuovere e sponsorizzare la condotta omosessuale. In questo senso, hanno ragione da vendere gli attivisti gay: è vero, gli omosessuali sono trattati diversamente dagli altri. Infatti sono trattati meglio. Ricordo la vicenda di una coppia gay canadese che, durante i festeggiamenti delle proprie nozze avvenute qualche anno fa’, ha ammesso di essersi unita per pura convenienza: il loro Stato infatti prevede cospicui benefici fiscali per gli omosessuali disposti a giurarsi fedeltà. A che punto siamo arrivati?
Il bello, si fa per dire, è che alla promozione culturale dei gay, talora assunti a tempo indeterminato come opinionisti nelle trasmissioni radiotelevisive, si accompagna il divieto di qualsiasi critica all’”etica omosessuale”. Qualche esempio? Il Telegraph del 24 ottobre 2007 raccontava la l’assurda vicenda di una coppia, Vincent e Pauline Matherick, genitori di tre figli, che si è vista escludere dalla lista delle famiglie idonee all’adozione per aver espresso la propria contrarietà all’idea di famiglia gay. In tempi nei quali impera il virus del “politicamente corretto”, in effetti, la famiglia Matherick ha assunto atteggiamenti eretici.
Eretici sono stati anche quei nove vigili del fuoco di Strathclyde, in Scozia, che per essersi rifiutati di distribuire volantini sulla sicurezza ad un gay pride hanno subito pesanti sanzioni disciplinari; per capirci, ad uno di loro sono stati sottratti 5.000 sterline, l’equivalente di sei mesi di stipendio di un operaio italiano.
E’ andata peggio a Robert J. Smith, un membro della Washington Metropolitan Area Transit Authority, che si è visto licenziare per aver osato accostare, in una trasmissione via cavo, l’omosessualità ad una “devianza sessuale”.
C’è poco di che meravigliarsi, se si pensa che al nostro Rocco Buttiglione è saltata la nomina come commissario europeo per aver osato citare quasi a memoria il Catechismo della Chiesa Cattolica, operando tra l’altro un’assai limpida distinzione kantiana tra morale e diritto, come hanno riconosciuto anche intellettuali insospettabili come Massimo Cacciari. Niente da fare: nel mondo occidentale i gay, cioè quella frangia esaltata e militante del ben più complesso e variegato mondo omosessuale, non si possono criticare.
Se sei gay e orgoglioso di esserlo, da noi, hai una discreta possibilità di raggiungere il Parlamento, nel frattempo puoi palesare in piazza le tue più intime pulsioni sessuali e ti può capitare pure di vincere l’Isola dei Famosi. Luxuria docet.
Se invece sei un feto indifeso e hai pochi mesi di vita, sopprimerti non solo è possibile e giuridicamente garantito, ma presto sarà pure un “diritto fondamentale”.
E’ contro questa politica schizofrenica e immorale che la Chiesa oggi si scaglia, e sarebbe colpevole, da parte nostra, stare a guardare facendo il gioco di quanti divulgando menzogne, intendono stravolgere il senso nobile e originale del diritto.
 
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